

The Whistleblower

Tratto dalla storia vera di athy Bolkovac (Rachel Weisz), un ufficiale di polizia americana che accetta un lavoro nelle forze di pace nella Bosnia del dopo guerra. Le sue illusioni di partecipare alla ricostruzione di un paese vengono ben presto distrutte quando si scontra con la pericolosa realtà di un mondo corrotto e pieno di intrighi, dove regnano le società di vigilanza private e il linguaggio contorto delle diplomazie multinazionali.

Quando la realizzazione di un film dipende dal volere di una star. Questo è quello che è successo con l'interessante “The Whistleblower”.
Rachel Weisz ha tanto
apprezzato il copione la prima volta che lo ho letto. Era il 2005.
Eppure, l'ex musa di Aronosky (attuale moglie di Daniel Craig, galeotto fu quel set), non era sicura di interpretare un ruolo difficile come quello dell'agente Balkovac,
arruolata tra le forze delle Nazioni Unite in Bosnia in modo da
riscuotere l'assegno di centomila dollari e, una volta tornata a casa,
poter ottenere la custodia congiunta delle figlie. Cinque anni dopo,
quando il progetto era come una barca alla deriva, l'attrice ha cambiato
idea e ha accettato.
“The Whistleblower”,
film che la DNC Entertainment distribuisce in Italia direttamente in
Home Video, è un interessante thriller basato su eventi reali.
Interessante perché sono tanti i talenti che hanno preso parte al
progetto: dalla Weisz a Vanessa Redgrave (sempre impeccabile nel prestare il volto a personaggi misteriosi che conoscono le malefatte dei potenti), da David Strathairn alla nostra Monica Bellucci. Tutti
pronti a prendere parte al progetto pur di sottolineare l'importanza
dei temi trattati. Lo human trafficking, e cioè il traffico di esseri
umani (spesso donne e bambini) abusati sessualmente.
Il risultato è un thriller ambientato tra l'Ucraina e la Bosnia, che
affronta tematiche che sfociano nell'horror. Quanto può avere l'animo
corrotto chi è inviato a garantire la pace in una zona di guerra? Fin
dove l'abuso di potere può spingersi una volta ottenuta l'immunità
diplomatica? Temi che abbiamo più volte visto sui notiziari e anche al
cinema. Ma Rachel Weisz è perfetta nel guidarci al fronte bosniaco e
incarnare un personaggio femminile costretto a diventare forte: una
workaholic che ha sempre sacrificato ogni affetto nel nome del suo
lavoro. Una volta arrivata a Sarajevo, si ritrova nel bel mezzo di una
cospirazione che i potenti vogliono insabbiare. Più scoprirà le mele
marce tra i suoi stessi compagni, più rischierà la pelle. Si dice sempre che non ci siano tanti ruoli femminili interessanti al cinema. Falso. E Rachel Weisz ne ha trovato uno perfetto.
Scomodo e a tratti capace di essere crudo, “The Whistleblower” è un intenso viaggio nell'oscurità. Cinema di denuncia che si poggia sulle spalle di attori impegnati.