

Mine vaganti

Nella famiglia Cantone, propietaria di un pastificio in Puglia, c'è molta attesa per il ritorno a casa di Tommaso (Riccardo Scamarcio). Tutta la famiglia vorrebbe che Tommaso affiancasse il fratello Antonio (Alessandro Preziosi) nella nuova gestione del pastificio di famiglia. Non mancano però colpi di scena ed anche per questo il soggiorno di Tommaso si protrarrà ben più a lungo del previsto...

di Andrea D'Addio
Dopo il detestabile "Un giorno perfetto", Ferzan Ozpetek
torna a raccontare storie con personaggi omosessuali. E' per lui ormai
una cifra stilistica. Stavolta al centro della vicenda ci sono due
fratelli pugliesi (Riccardo Scamarcio e Alessandro Preziosi)
alle prese con il problema di rivelare la propria non eterosessualità a
dei genitori piuttosto conservatori. Quando il primo (non vi sveliamo
chi) prende la parola a tavola e racconta "tutto", l'altro rimane
spiazzato: spiegare che in famiglia non ce ne è uno solo, ma ben due,
significherebbe dare il colpo di grazia ad un papà a grosso rischio
infarto.
La vicenda dei fratelli viaggia parallela a quella della nonna (Ilaria Occhini),
anche lei in passato protagonista di un amore che le convenzioni
cittadine avevano cercato di impedire. Prendere in mano la propria vita
significa anche rischiare di far soffrire gli altri, ci vuole coraggio
per farlo. Una morale della favola piuttosto canonica che si inserisce,
per fortuna, all'interno di una commedia che fa delle molte situazioni
divertenti il proprio punto di forza. Sono proprio le risate
conseguenti alcuni dialoghi e la bravura degli attori a salvare "Mine vaganti"
da alcuni difetti piuttosto fastidiosi. Il continuo girare della
macchina da presa quando si tratta di una scena davanti una tavola
imbandita (un marchio di fabbrica di Ozpetek che riesce sempre a far
venire il mal di mare,) l'accompagnare con un motivetto sonoro da
tastiera di piano-bar le azioni "divertenti" di un personaggio (sembra "I Cesaroni"), l'inutile inserimento del personaggio di Carolina Crescentini
(bastava l'evocazione del passato, la sua rappresentazione è una
sottolineatura caduta dall'alto), le turbe relazionali non spiegate e
non concluse dell'amica del protagonista (Nicole Grimaudo) e soprattutto quel continuo descrivere i gay come persone gaie.
Non lo sono i protagonisti, quanto piuttosto gli amici, anch'essi
omosessuali, che fanno da corollario alla storia principale. Ecco
quindi un plebiscito di voci effeminate, canzoni sotto la doccia e
davanti allo specchio, discussioni su creme e cremine, canotte
mimetiche e conoscenza universale in fatto di moda. E' vero che anche
gli altri personaggi del film sono piuttosto stereotipati (la nonna
saggia, la mamma apprensiva, la zia suonata, ecc.) e non dubitiamo che
Ozpetek conosca ciò di cui parla, ma creare macchiette così marcate
significa quasi andare incontro alle paure di quei genitori che
potrebbero scoprire di avere un figlio omosessuale. Dubitiamo, data la
vicenda portante di "Mine vaganti", che fosse questo l'obiettivo del film.
La pellicola di Ozpetek sarà distribuita dalla 01 Distribution a partire dal 12 marzo.
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