

I bambini di Cold Rock

Julia Denning è una giovane infermiera che vive a Cold Rock, una cittadina sulla quale grava un mistero inquietante: nel corso degli anni infatti, tredici bambini sono scomparsi senza lasciare tracce e senza che vi siano state testimonianze sulle loro sparizioni. Gli abitanti del luogo sono convinti che il responsabile sia The Tall Man, un sinistro e leggendario figuro che si dice rapisca i bambini svanendo nel nulla. Quando il figlio di Julia scompare, la donna è determinata a ritrovarlo.

Dopo il successo in patria con Martyrs, arriva l'inevitabile esordio americano per il francese Pascal Laugier.
Il regista sceglie per l'occasione di allontanarsi dall'horror
propriamente detto per girare una sorta di thriller con velleità
sociologiche e psicologiche, che purtroppo annacqua le ottime premesse.
Siamo nella cittadina di Cold Rock, Washington, un luogo maledetto da
una tremenda depressione nata dopo la chiusura della locale miniera, che
dava lavoro un po' a tutti. Come se non bastasse, Cold Rock ha anche
altri guai: da anni una misteriosa figura nota come “L'uomo alto”
rapisce i bambini. È quello che succede al figlio di Julia Denning (Jessica Biel), infermiera locale. Inizia così una cupa vicenda colma di trame e segreti, in cui nulla è come sembra.
I bambini di Cold Rock è segnato da continui colpi di scena e cambi di rotta, con ribaltamenti
sostanziali del punto di vista. Il che sarebbe anche un bene, perché in
più di un momento ci si rende conto che non si sa davvero dove andrà a
parare la storia. Peccato, però, che Laugier esageri e che a un
certo punto ci si ritrovi talmente spaesati da non provare più alcun
interesse verso i personaggi e il plot. Non mancano episodi
che, anche alla luce di quello che si apprende alla fine, rimangono
nebulosi o inspiegabili. Volutamente? Probabile, ma questo non toglie
che siano irritanti.
Il film parte benissimo, forte di un'atmosfera perfetta da provincia
corrotta e malata, circondata da boschi lussureggianti quanto
inquietanti, e di un'interpretazione convincente della Biel.
Ma a poco a poco tutto si spegne e anche gli spunti horror lasciano il
posto a una messa in scena incapace di osare, in cui momenti salienti
che dovrebbero assestare pugni emotivi si risolvono senza clamore.
Provaci ancora, Pascal.
Di Marco Triolo