Fast & Furious 8
in riproduzione....
Ora che Dom e Letty sono in luna di miele e Brian e Mia si sono ritirati—ed il resto del gruppo è stato esonerato—il team giramondo ha trovato una parvenza di vita normale. Ma il gruppo sarà messo a dura prova come mai prima d’ora quando una donna misteriosa (Charlize Theron) irretisce Dom per indurlo a ritornare al mondo del crimine, dal quale lui tenta invano di sfuggire e a fargli tradire coloro che gli sono più cari. Dalle coste di Cuba e le strade di New York fino alle distese ghiacciate del Mare di Barents, la nostra squadra d’élite attraverserà il globo per impedire a un ribelle di scatenare il caos in tutto il mondo… e per riportare a casa l’uomo che li aveva resi una famiglia.
VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
The Fate and the Furious
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
Vin Diesel, Dwayne Johnson, Jason Statham, Tyrese Gibson, Kurt Russell, Michelle Rodriguez, Charlize Theron, Helen Mirren, Elsa Pataky,
DISTRIBUZIONE
Universal Pictures Italia
DURATA
136 min.
USCITA CINEMA
13/04/2017
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2017
di Pierpaolo Festa (Nexta)
"Ci sono riusciti ancora": è l'immancabile frase che segue l'uscita dalla sala dopo un nuovo capitolo della saga di Fast & Furious. Quella nuova ovviamente, nata a partire dal quarto capitolo in poi, in cui all'azione è stata aggiunta una forte dose di "fantascienza" tenuta con i piedi per terra da ottimi filmmaker ed effetti speciali vincenti.
Come nella scena madre di questo ottavo capitolo, quando tutte le automobili presenti in una larga porzione di Manhattan vengono collegate in rete e radiocomandate contro la volontà dei loro piloti. Dall'altra parte della console c'è Charlize Theron: Spietata, bellissima, fortissima; unico personaggio della saga a trovare il tallone d'Achille di Dom Toretto. Quella di Manhattan, con tanto di automobili che piovono dal cielo, è una sequenza in cui lo spettacolo e il mito hanno la meglio sulla componente ridicola. Una scena destinata a essere ricordata all'interno del franchise e che servirà come "template" per il cinema d'azione degli anni che verranno.
Con questo ottavo capitolo Vin Diesel, produttore e star, rilancia una nuova trilogia mettendone a punto la formula: a ogni scena che lasci a bocca aperta ne corrisponde un'altra, più drammatica e commovente, recitata sulle note di una sceneggiatura esagerata ma totalmente in grado di travolgere emotivamente lo spettatore. In altre parole: ci si crede e, quasi, ci si commuove. Anche perché la presenza di Paul Walker, congedato nel settimo episodio, si sente comunque in ogni gesto e mossa degli eroi del film.
Manipolato dalla Theron, regina indiscussa di questo cast, Toretto arriva all'apice del suo lato oscuro (una svolta di trama e una premessa interessante) ma è questo suo viaggio nelle tenebre a trasformarlo in un vero e proprio "santone". C'è un'aura gospel in Dom, in grado di tirare fuori il bene in qualsiasi essere umano: lo vediamo ancora una volta dire le preghiere seduto a tavola con il suo team e rivolgersi direttamente ai compagni caduti guardando verso il cielo. Nella prima splendida sequenza ambientata a Cuba professa perfino il perdono: una mossa che sceglie di fare per guadagnarsi il rispetto dell'altro e cambiarlo da dentro. Perdono che si conferma uno dei temi portanti del film (si veda anche la scelta di arruolare tra i buoni Jason Statham, cattivo dell'episodio precedente adesso diventato alleato principale del team Toretto).
Tema portante resta ancora il concetto di "famiglia", temine usato e abusato all'interno del franchise che si rivela invece molto efficace nella rappresentazione visiva: come quando Letty e il resto del team si dimostrano pronti a rischiare la vita per salvare il pater familias, circondandolo con le macchine e proteggendolo dall'onda d'urto. È una delle immagini più belle di un film che vuole divertirsi. A differenza del settimo capitolo che portava il peso dell'addio a Paul Walker, questo ottavo Fast & Furious corre più libero. Forse divertendosi troppo, abusando delle parentesi comiche affidate a Dwayne Johnson.
The Rock è il pesce fuor d'acqua del film: si ha, infatti, la sensazione di vedere confermate le tante voci sulle presunte liti tra Johnson e Diesel. Basti notare come il personaggio di Hobbs e quello di Toretto si scambino appena due parole nel corso di 136 minuti: perfino quando presenti nello stesso ristretto luogo, l'inquadratura evita di accoglierli entrambi. Come se gli attori a un certo punto avessero deciso di rompere i rapporti durante la produzione.
Manipolato dalla Theron, regina indiscussa di questo cast, Toretto arriva all'apice del suo lato oscuro (una svolta di trama e una premessa interessante) ma è questo suo viaggio nelle tenebre a trasformarlo in un vero e proprio "santone". C'è un'aura gospel in Dom, in grado di tirare fuori il bene in qualsiasi essere umano: lo vediamo ancora una volta dire le preghiere seduto a tavola con il suo team e rivolgersi direttamente ai compagni caduti guardando verso il cielo. Nella prima splendida sequenza ambientata a Cuba professa perfino il perdono: una mossa che sceglie di fare per guadagnarsi il rispetto dell'altro e cambiarlo da dentro. Perdono che si conferma uno dei temi portanti del film (si veda anche la scelta di arruolare tra i buoni Jason Statham, cattivo dell'episodio precedente adesso diventato alleato principale del team Toretto).
Tema portante resta ancora il concetto di "famiglia", temine usato e abusato all'interno del franchise che si rivela invece molto efficace nella rappresentazione visiva: come quando Letty e il resto del team si dimostrano pronti a rischiare la vita per salvare il pater familias, circondandolo con le macchine e proteggendolo dall'onda d'urto. È una delle immagini più belle di un film che vuole divertirsi. A differenza del settimo capitolo che portava il peso dell'addio a Paul Walker, questo ottavo Fast & Furious corre più libero. Forse divertendosi troppo, abusando delle parentesi comiche affidate a Dwayne Johnson.
The Rock è il pesce fuor d'acqua del film: si ha, infatti, la sensazione di vedere confermate le tante voci sulle presunte liti tra Johnson e Diesel. Basti notare come il personaggio di Hobbs e quello di Toretto si scambino appena due parole nel corso di 136 minuti: perfino quando presenti nello stesso ristretto luogo, l'inquadratura evita di accoglierli entrambi. Come se gli attori a un certo punto avessero deciso di rompere i rapporti durante la produzione.