
Goldrake, dieci cose che (forse) non sapevi sul robottone più amato

Dieci cose che forse non sapevi su Goldrake
"Lui respira dell'aria cosmica, è un miracolo di elettronica. Ma un cuore umano ha". La prima serie di robottoni giapponesi (altresì detti "mecha") a debuttare sulle reti italiane (sulla Rete 2 della Rai alle 18.45 di martedì 4 aprile 1978) è rimasta nel cuore di molti bambini di allora, che si sintonizzavano ogni sera per assistere alle avventure di Actarus, impavido pilota di Goldrake.
Nata dalla fervida immaginazione di Go Nagai, creatore di Mazinga, Jeeg Robot e Devilman, la serie, nota in Italia anche come Atlas UFO Robot, fu un successo enorme nel mondo. In Italia fu un vero fenomeno, di marketing oltre che di ascolti. Venne osteggiata da alte cariche dello stato, dai genitori preoccupati. Accusata di essere realizzata al computer (in un'epoca in cui i computer erano grossi come stanze e assolutamente non in grado di fare animazione). Trasformata nel simbolo di un'invasione nipponica che avrebbe certamente guastato i gusti delle nuove generazioni. Ma superò tutti questi ostacoli per rimanere fissa nella memoria collettiva e nella cultura popolare.
A quarant'anni dalla sua originale messa in onda, la ricordiamo andando a scoprire dieci dettagli che forse vi erano sfuggiti all'epoca. Seguiteci...
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Ma chi è?
Il vero nome di Goldrake è Grendizer. Il nome completo della serie è UFO Robot Grendizer. Il nome Goldrake derivò da quello francese Goldorak, poiché la Rai acquistò la serie anime proprio dalla Francia e ne copiò in parte l'adattamento.

Le origini
La serie è ispirata a un cortometraggio cinematografico del 1975, UFO Robot Gattaiger - La grande battaglia dei dischi volanti, realizzato con l'apporto di Go Nagai. Può essere considerato un film pilota della serie, anche se il robot Gattaiger è totalmente diverso da Grendizer. Il pilota invece assomiglia molto a Duke Fleed/Actarus, e il tema country dell'ambientazione è già presente.

Un adattamento stellare
I nomi dei personaggi della serie sono stati quasi tutti cambiati in Italia. Actarus in originale è Duke Fleed, e i vari Rigel, Mizar e Alcor sono nomi di stelle. Lo sono anche, parzialmente, Actarus (che ha un'assonanza con Arcturus) e Procton, probabilmente un adattamento del nome francese del professor Umon Genzo, Procyon, stella doppia della costellazione Cane Minore.

Koji chi?
Per questo motivo, il personaggio di Koji Kabuto è stato rinominato Alcor, facendo sfuggire agli spettatori italiani il collegamento con Mazinga. Koji è infatti il pilota di Mazinga Z (dove in Italia era chiamato Ryo), che appare anche ne Il grande Mazinga (unica serie in cui mantenne il suo vero nome). Goldrake è la terza parte della trilogia di Mazinga, ma in Italia è arrivato per primo e dunque il legame tra le serie è stato cancellato.

I film di montaggio
L'unica maniera con cui gli italiani hanno potuto constatare come i Mazinga e Goldrake fossero parte di uno stesso universo narrativo, fu vedendo i film di montaggio distribuiti nelle sale italiane all'epoca. Goldrake ebbe talmente tanto successo da spingere i distributori a montare insieme episodi della serie e corti cinematografici inediti per realizzare film a episodi come Goldrake all'attacco, Goldrake l'invincibile e Goldrake addio, oltre a Mazinga contro gli Ufo Robot e Gli Ufo Robot contro gli invasori spaziali. Venivano scaraventati nelle sale con tale foga da avere spesso adattamenti inconsistenti con la versione televisiva (nomi inventati, altri rimasti come nella versione originale) e voci diverse (Actarus non era doppiato da Romano Malaspina).

In cima alle classifiche
Le sigle italiane di Goldrake furono tra i singoli più venduti del 1978: il primo vendette oltre 700 mila copie, il secondo oltre un milione. Esiste inoltre l'album Atlas UFO Robot, inciso dalla band "Actarus" composta dal tastierista (e compositore delle sigle) Vince Tempera, dall'ex membro degli AREA Ares Tavolazzi e, tra gli altri, dal cantante Fabio Concato. Il 33 giri è introvabile, ma il disco è stato ristampato in CD.

Shingo Araki
Chi è appassionato di animazione giapponese, forse conoscerà questo nome: Shingo Araki è diventato celebre per il character design e le animazioni di Lady Oscar e I cavalieri dello zodiaco. Il suo tratto è inconfondibile e fa parte anche del mito di Goldrake. Araki, infatti, sostituì il collega Kazuo Komatsubara al character design e alle animazioni di Grendizer dall'episodio 49 (di 74).

Il finale
Ebbene sì, Goldrake ha un finale ben definito, che però si tende a dimenticare (perché da piccoli ci interessava di più la ripetitività delle puntate settimanali). Duke/Actarus sconfigge le armate del Re Vega anche grazie agli amici. Vega se ne va in un'esplosione della sua astronave dopo un ultimo sussulto di orgoglio ("Io sono Re Vega, signore dell'universo!") e la banda di eroi si lascia andare a un pianto di gioia. Actarus e la sorella Maria salutano gli amici terrestri e tornano sul loro pianeta natale, Fleed, per ricostruirlo dopo la sconfitta dei loro aguzzini galattici.

Gli episodi perduti
Nonostante la Rai avesse acquistato l'intera serie, furono doppiati e trasmessi solamente 71 episodi su 74. Gli episodi "perduti" (in realtà recuperati poi nell'edizione DVD integrale Dynamic) sono i numeri 15, 59 e 71. Il 71 fu poi incluso nel film di montaggio Goldrake addio.

"L'altro" Goldrake
In Italia, ben prima della serie di Go Nagai, circolarono le avventure di un "altro" Goldrake, che nulla ha a che fare con i robot giapponesi. Si trattava di un fumetto, noto anche come Goldrake Playboy, di genere spionistico ed erotico, creato nel 1966 da Renzo Barbieri e dal disegnatore Sandro Angiolini. Il nome probabilmente è un amalgama di Goldfinger e Mandrake. Una bella coincidenza.