
Dieci cose che (forse) non sapevi su Holly e Benji

Holly e Benji: un mito intramontabile
E' il 19 luglio 1986. L'estate è calda e non c'è niente da fare se non giocare con gli amici (magari a calcio) o vedere i cartoni in TV. Niente di meglio, allora, di un cartone animato... sul calcio! Holly e Benji debutta su Italia 1 ed è subito fenomeno. In più di trent'anni, l'anime tratto dal manga di Yoichi Takahashi si è assestato nelle menti e nei cuori degli italiani e ci ha fatto ridere, tifare e scherzare sulle improbabili dimensioni dei campi da calcio su cui Oliver Hutton e Mark Lenders si sfidavano regolarmente.
Trentadue anni dopo, riscopriamo questa serie leggendaria attraverso dieci trivia, dieci segreti che forse non conoscevate...
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Le origini di Holly e Benji
Holly e Benji nasce come manga, con il titolo Capitan Tsubasa. Ancora prima della serie a fumetti regolare, l'autore Yoichi Takahashi aveva realizzato una sorta di pilot dopo aver assistito ai mondiali in Argentina del 1978. I personaggi dell'attaccante Tsubasa Taro (poi Ozora) e del portiere Genzo Wakabayashi, ovvero Holly e Benji, erano già presenti. Il successo di questa storia spinse la casa editrice Shueisha a chiedere a Takahashi di realizzare una serie.

Che c'è scritto sul berretto?
Il mistero della scritta sul berretto di Benji Price è presto risolto: W. Genzo è il nome originale del personaggio. Benji si chiama infatti "Wakabayashi Genzo", nell'ordine cognome/nome tipico giapponese.
I nomi dei personaggi sono stati ovviamente tutti modificati nella versione italiana (e non solo, nella versione araba Holly si chiama Majid). La politica di Reteitalia (gruppo Fininvest) era quella di italianizzare o inglesizzare i nomi giapponesi. Così Tsubasa Ozora diventò Oliver Hutton, Kojiro Hyuga divenne Mark Lenders e via dicendo. Il coach di Holly, Roberto Sedinho, divenne invece un brasiliano puro nella versione italiana. In originale si chiama Roberto Hongo ed è mezzo giapponese.

I sequel a fumetti
Dopo l'originale serie Capitan Tsubasa, Takahashi riprese la saga diverse volte in occasione di vari eventi sportivi. Esistono quattro sequel ufficiali (World Youth, Road to 2002, Golden 23 e Rising Sun) e diversi speciali. I personaggi ovviamente crescono e vanno a giocare in Europa e nella nazionale giapponese.

Le serie a cartoni e il remake
Come nel caso dei manga, anche negli anime i personaggi di Capitan Tsubasa sono tornati in diversi sequel. Esistono due altre serie TV (tra cui Road to 2002, arrivata da noi come Holly e Benji Forever), due serie OAV (cioè uscite in home video) e quattro film. C'è inoltre un recente remake televisivo, intitolato semplicemente Captain Tsubasa, uscito nel 2018 e che racconta la storia da capo.

Mark Lenders alla Reggiana... e altre storie
Nella serie sequel Holly e Benji Forever, scopriamo i destini dei protagonisti. Holly diventa un campione del Barcellona, Benji va a giocare in Germania e il povero Mark Lenders, dopo essere stato comprato dalla Juventus, viene ceduto alla Reggiana.

Se Patty ti sposo
Per i più romantici, ecco una notizia importantissima: Patty/Sanae, la mega-tifosa innamorata di Holly, a un certo punto si sposa con il campione e dà anche alla luce due gemelli.

Julian Ross è vivo e lotta insieme a noi
Julian Ross non muore. Lo ripetiamo: Julian Ross non muore. La puntata che si conclude con un cliffhanger in cui Julian, durante una partita, avverte un forte dolore al petto, ha segnato, sconvolto, traumatizzato una generazione. Ma il campione fragile nei seguiti a fumetti (e a cartoni) sta decisamente meglio, si è curato e gioca ancora.

La versione teatrale
Di Holly e Benji esiste anche un adattamento teatrale, Captain Tsubasa Super Experience Stage. Lo spettacolo combina trucchi digitali, danza e arti marziali per restituire dal vivo l'impossibile fisica dei cartoni di Capitan Tsubasa.

Una gita a Tokyo
Se mai vi capiterà di andare in gita a Tokyo, recatevi nel sobborgo di Katsushika, il quartiere di origine di Yoichi Takahashi. Ci troverete otto statue di bronzo dedicate ai personaggi del manga. Imperdibili per gli appassionati.

L'impostore
Come era pratica all'epoca (era stato già fatto nel caso di Mila e Shiro, in cui Mila era stata presentata come la cugina di Mimì Ayuhara), quando venne lanciata la serie calcistica giapponese Palla al centro per Rudy, gli adattatori si inventarono che il protagonista provenisse dalla Saint Francis, la squadra di Benji. Una tattica per legare le due serie e attirare pubblico, perché, non c'è nemmeno bisogno di dirlo, in originale quel collegamento non esiste.