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"Uneasy riders"
"Uneasy riders"

14.04.2003 - Autore: Beatrice Rutiloni
Un film di Jean-Pierre Sinapi, con Nadia Kaci , Olivier Gourmet , Lionel Abelanski. Prodotto da Jacques Fansten con il Centro Nazionale di Cinematografia e Gimages 3. Distribuito dalla Keyfilms, uscita 22 giugno.
La trama
Tratto da una vicenda vera e ambientato nella realtà di una casa di cura per adulti disabili, Uneasy Riders è la storia di Renè, un cinquantenne colpito da una patologia muscolare debilitante, con un carattere irascibile e ribelle che tutti detestano. Renè fa una vita separata, ostacolando visite e gentilezze con la sua maleducazione. Solo Julie, la nuova infermiera, riuscirà a penetrare questo muro di insofferenza e sciogliere il nodo, provocato dall\'esigenza di una vita sessuale normale: Renè vuole fare l\'amore con una donna, prima che il suo male gli renda impossibile farlo. Così Julie si mette contro tutto il personale della clinica e di nascosto conduce il malato da una prostituta, scatenando il cambiamento nell\'uomo, che da quel giorno diventa piacevole a tal punto da fidanzarsi con un\'altra infermiera (che prima detestava), modificando l\'atteggiamento degli altri pazienti verso la vita. Tant\'è che tutti prendono a frequentare le roulotte delle prostitute...
Il giudizio
Un film per la accendere la fantasia dei normodotati.
Il commento
Una commedia sulle pari opportunità resa leggera nell\'impasto con l\'ironia, l\'unica arma per poter trattare un argomento così grave e fastidioso come può essere la sessualità nei disabili, e farlo arrivare a tutti. Difficile rendere popolare un tema così scomodo, ma Sinapi, che aveva firmato la regia di \"Un arbre dans la tete\", premio S.A.C.D nel 97 e sceneggiato numerosi film e telefilm, è riuscito a non fare il solito film sui disabili, eliminando uno dei peggiori luoghi comuni: la compassione. Di certo Renè e i suoi compagni non fanno pena, sono antipatici semmai, folli (c\'è anche un punk in carrozzella, anzi in motocarrozzella, e una coppia gay che vuole farsi battezzare; c\'è il vecchietto della pensione vicina innamorato di una paraplegica) e così veri nella loro fantasia, così irreali nel loro coraggio. Lo stretto rapporto con la realtà è coadiuvato dal supporto tecnico, l\'intero film è infatti girato in digitale e tutta la struttura, sceneggiatura compresa, è stata studiata per effettuare le riprese negli ambienti autentici di una casa di cura. In proposito il regista ha affermato: \" Credo che i mezzi tecnici vadano adattati a ciò che si sta riprendendo. La telecamera digitale, leggera e non invadente, è lo strumento ideale. Non avrei potuto immaginare la tradizionale equipe di tecnici che occupa una casa di cura con tutte le sue attrezzature: basta un cavo elettrico per mettere in pericolo una persona in sedia a rotelle. Inoltre, gli ospiti della clinica hanno partecipato attivamente al film e tre di loro hanno interpretato dei veri personaggi\". Il rispetto, altra nota fondamentale di questo film, suggellato dai titoli di coda (le foto dei veri protagonisti della storia),per i normodotati oltre che per gli handicappati, il motivo ricorrente della violenza sui normali, raramente esplorato nella cinematografia di genere con un pizzico di kitsch qua e la: Cocciante alla radio, continui richiami a un Cristo-feticcio omosessuale, carrozzelle e bandiere rosse, il mito di Johnny Halliday.