
Christopher Walken interpreta il pater familias del quartetto d'archi ormai affermato da un quarto di secolo. Alla vigilia del nuovo tour, il personaggio scopre di avere il morbo di Parkinson: lui che è il cuore del gruppo è costretto a farsi da parte e allo stesso tempo assistere alla disintegrazione del quartetto. Ascesa, caduta e ritorno: crisi matrimoniali e conseguenti adulteri, complicate dinamiche tra genitori e figli e il sesso visto come elemento che inquina ogni armonia - all'opposto della musica - ma che alla fine resetta il tutto e permette di ricominciare. Le parti più interessanti del film sono quelle in cui il regista e sceneggiatore Yaron Zilberman - alla sua prima opera di finzione - segue i protagonisti nei momenti di solitudine, in preda a se stessi.

La pellicola si rivela elegante e narrativamente molto classica. Memorabile il finale musicale, così come le atmosfere newyorchesi fredde o notturne: uno spartito di solitudine in cui i personaggi vivono afflitti dai loro demoni personali. Tra il vecchio Walken e il più giovane Philip Seyomur Hoffman (ancora una volta eccellente), la standing ovation va a Catherine Keener, sempre impeccabile a dare vita a personaggi femminili tra i più interessanti del cinema made in USA contemporaneo.
Una fragile armonia, in uscita il 12 settembre, è distribuito da Good Films.
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