
Non si tratta di un biopic convenzionale, ma di un'opera – basata su un articolo dello stesso O'Brien – che esplora il tema della sessualità tra i diversamente abili. Paure ed emozioni, dipendenze e repulsioni, ma soprattutto il sesso come la scoperta delle possibilità nascoste del proprio corpo. Il film scatena un potente paragone: da una parte lo spettatore ha accesso alle confessioni di O'Brien in chiesa, e dall'altra si assiste alle sue sedute integrali (le Sessions del titolo) con un “surrogato sessuale” il cui volto è quello splendido di Helen Hunt, in un ruolo senza paura che potrebbe rilanciare la sua carriera. Se la prima parte di The Sessions rilancia costantemente le emozioni, la seconda a tratti esagera un po', aumentando il volume dei sentimenti per farsi strada verso il cuore di chi sta a guardare.

Il film ha già riempito le sale del Torino Film Festival (nella sezione Festa Mobile), provocando non poco gli spettatori che si sono lasciati andare alle emozioni, alternando lacrime e sorrisi (ce ne sono tante da entrambi i lati). Memorabile e interpretato da due splendidi protagonisti, The Sessions non sarebbe la stessa cosa se in scena non ci fosse anche William H. Macy – icona del cinema indie e attore feticcio di Paul Thomas Anderson – nei panni del sacerdote amico del protagonista. Basta osservare l'inquadratura che Macy condivide con Hawkes mentre ascolta le sue confessioni e mentre quello gli chiede il benestare per i suoi “esperimenti sessuali” fuori dal matrimonio. “Penso che per una volta Dio ti darà il lasciapassare” - dice il prete in una delle sequenze più belle del film.
The Sessions, in uscita il 21 febbraio, è distribuito dalla 20th Century Fox.
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