Layer Cake, Gran Bretagna, 2005;
Di Matthew Vaughn; con Daniel Craig, Colm Meaney, Michael Gambon, Sienna Miller
Nella Londra contemporanea il protagonista senza nome di questa storia (Daniel Craig)
è uno dei pusher più rispettati dell’ambiente: lavora con discrezione e
massima efficienza, e soprattutto mantiene quel “basso profilo” che gli
garantisce successo negli affari. Deciso a ritirarsi quando ancora è
sulla cresta dell’onda, viene costretto dal suo boss Jimmy Price (Kenneth Cranham)
a un paio di lavoretti conclusivi: fare da intermediario per
l’acquisizione di un’enorme partita di ecstasy e ritrovare la figlia
scomparsa di un suo socio in affari, il pericoloso Eddie Temple (Michael Gambon).
Costretto ad accettare, ben presto il pusher si ritrova in un ginepraio
di tradimenti e colpi di scena, che gli faranno capire perfettamente
quanto sia difficile uscire veramente dal giro…
L’esperienza di produttore dei successi di Guy Ritchie, autore cult di “Lock & Stock – Pazzi scatenati” (Lock & Stock and Two Smoking Barrels, 1998) e di “Snatch – Lo strappo” (Snatch, 2000), deve aver senza dubbio influenzato Matthew Vaughn,
che ha scelto di dirigere questo sapido gangster-movie in salsa pulp.
Bisogna subito premettere che l’operazione sembra riuscita soltanto a
metà, in quanto “The Pusher”
si presenta come un lungometraggio piuttosto interessante ma allo
stesso tempo sofferente di evidenti difetti. Il primo, grosso errore
del regista è quello di non saper dosare con sufficiente equilibrio un
estro visivo comunque interessante; soprattutto in alcuni momenti di
raccordo il film si carica di un’inutile tronfiezza, sia visiva che
sonora. Altra imperdonabile pecca è quella di una sceneggiatura
altrettanto strabordante, così riempita di colpi di scena da perdere in
logicità e credibilità narrativa: nell’ultima parte del film, al posto
del ritmo incalzante degli eventi, una maggiore attenzione
all’atmosfera noir del racconto ed allo sviluppo delle psicologie dei
personaggi avrebbe sicuramente migliorato il risultato finale.
Tra i pregi della pellicola va senza dubbio annoverato un sempre più convincente Daniel Craig, attore di comprovato magnetismo che già aveva dato prova di ottime capacità in “Era mio padre” (Road to Perdition, 2002), “The mother” (id., 2003) e “Amore senza fine” (Enduring Love, 2004).
“The Pusher”
è dunque un’opera piuttosto squilibrata e confusa nella coerenza della
messa in scena, ma comunque capace di irretire lo spettatore
soprattutto grazie alla bravura dei propri interpreti. Oltre al già
lodato protagonista, vogliamo poi sottolineare anche la sardonica prova
di un grande caratterista come Colm Meaney e la bellezza della giovane Sienna Miller, che qui recita poco più di un cameo.


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The pusher
L'esperienza di produttore dei successi di Guy Ritchie, autore cult di deve aver senza dubbio influenzato Matthew Vaughn, che ha scelto di dirigere questo sapido gangster-movie in salsa pulp

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani