
Sia ben chiaro, “The Fighter” è un film costruito con solidità e diretto con mano sicura - anche se i veri guizzi di regia inventiva Russell li ha dimostrati ben altrove… - ma alla fine più che presentarsi come un film robusto non riesce.
L’elemento che probabilmente si rivela più retorico dell’intera produzione è la sceneggiatura, scritta tra gli altri da quello Scott Silver che in precedenza aveva realizzato lo script del bellissimo “8 Mile”. La trama principale che riguarda i rapporti famigliari di Micky Ward viene tratteggiata in maniera finemente problematica nella prima parte per poi essere risolta in modo piuttosto scontato in quella finale. Lo stesso dicasi per l’evoluzione della vicenda sportiva del pugile, che segue quella di molti atleti portati sul grande schermo in passato con maggiore forza emotiva.
“The Fighter” prende come modello indiscusso il “Rocky”, e ne ricalca ambientazione, estrazione sociale del protagonista, microcosmo “povero” ma molto coeso. Difficile non vedere il mitico personaggio di Sylvester Stallone in filigrana dietro quello interpretato da Mark Wahlberg.

Anche il cast di interpreti è assolutamente competente ma in nessuno degli attori veramente straordinario: su tutti in Christian Bale febbrile, emaciato, convincente. Però anche la sua prova d’attore, indubbiamente valevole, è esplicitamente figlia di quel “metodo” che la rende istrionica. Bale ha vinto la statuetta, ma a nostro avviso lo avrebbe meritato maggiormente il magnifico e sottile John Hawkes di "Un gelido inverno". Vincitore di due statuette, "The Fighter" è un film decisamente sopravvalutato, senza dubbio realizzato con lucidità e professionalità, ma difficilmente capace di proporre qualcosa di nuovo rispetto al precedente cinema che aveva come protagoniste figure di boxer.
La pellicola è distribuita nei cinema dalla Eagle Pictures
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