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SYNAPSE - PERICOLO IN RETE
"Synapse"

14.04.2003 - Autore: Valeria Chiari
La storia ideata da Howard Franklin, autore nel passato de Il nome della rosa o di Chi protegge il testimone, ha indubbiamente ottimi punti di ispirazione. La guerra contro il controllo totale dei media è una attualissima battaglia di potere e la teoria della convergenza digitale è effettivamente il prossimo passo che porterà ad un ennesimo e radicale cambiamento nella nostra vita, ma anche e soprattutto nelleconomia mondiale. Ma questa ispirazione rimane un flebile respiro, per una denuncia che vorrebbe invece mostrare forza e vigoria per contestare risolutamente la possibilità dellaccentramento del potere dellinformazione. Il discorso su temi del genere è indubbiamente complesso ed è difficile riassumerlo in un film, seppur di 148 minuti.
Peter Howitt, già regista di Sliding doors, non riesce ad uscire dalla banalità: si limita a trasformare Tim Robbins nellalter ego di Bill Gates, ridanciano uomo-ragazzino, con frangia e occhialetti, che si entusiasma davanti ad una serie di numeri binari, sgranocchiando patatine e bevendo Pepsi, e a costruire un thriller assolutamente privo di suspence seguendo pedissequamente le regole del genere. Il giovane Ryan Philippe (Cruel Intentions, So cosa hai fatto) conserva per quasi tutto il film la stessa espressione stupita e diligente, mentre la sua ambigua fidanzata, Claire Forlani (Ti presento Joe Black) ci regala un ottimo e imprevedibile cocktail di innocenza e ambiguità.