
Edoardo Leo protagonista di Smetto quando voglio
Dalla prima all'ultima scena questo suo primo film rimane credibile nella scelta di raccontare gli effetti collaterali del disagio che si manifestano un gruppo di disoccupati pronti a sbarcare il lunario superando i limiti della legalità. Un percorso esilarante di sola andata in cui il punto di forza è l'assistere alla trasformazione di questi protagonisti in veri e propri cattivi: da poveri disperati intellettuali a banda di spacciatori di droga in stile Scarface. Siamo davanti a una commedia solida e brillante. Perché Smetto quando voglio si assicura di schivare tutti i meccanismi di buonismo che agguantano il 90% delle commedie nostrane. Forzature da Studio per fare ingerire la pillola del buonumore agli spettatori. Lo scopo di questo film non è in primis il buonumore, piuttosto l'occasione di riflettere sul nostro presente andando oltre la superficie e ottenendo in cambio una sana e forte risata.

La banda dei nerd di Smetto quando voglio
Questo non implica che il materiale narrativo sia particolarmente originale – i realizzatori hanno apertamente citato Breaking Bad, Ocean's Eleven e perfino il brutto 21 come ispirazione – eppure la qualità rimane sempre e di gran lunga sopra la media. Un esempio di come si può fare commedia in Italia entrando nel ring del mercato dalla porta sul retro, armandosi di tutta la creatività di un gruppo di realizzatori e attori tra i più entusiasti visti negli ultimi anni. Perfino a livello tecnico Sibilia ha l'occasione di mettere in scena un paio di idee interessanti: una su tutti quella memorabile dei titoli di testa che catturano Roma dall'alto.
Smetto quando voglio, in uscita il 6 febbraio, è distribuito da 01 Distribution.
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