
A undici anni di distanza dal terzo episodio, la coppia formata dal regista Wes Craven e dallo sceneggiatore Kevin Williamson compie un piccolo grande miracolo cinematografico e “resuscita” la saga di Scream con un quarto capitolo che regala dosi massicce di divertimento e suspense. Dopo così tanto tempo appariva davvero improbabile riuscire nuovamente a riproporre al pubblico il discorso metacinematografico di ragionamento specifico sul genere horror portato avanti dai precedenti, senza rischiare di cadere nello stereotipo e nel ripetitivo. E invece “Scream 4” non soltanto regge il confronto con i suoi illustri predecessori, ma addirittura riesce ad equilibrare con maggiore funzionalità la dissertazione interna e l’intrattenimento più smaccato. Trovate di sceneggiatura divertentissime, ritmo sincopato, la solita, ariosa regia di Craven, fanno di questo lungometraggio una ventata d’aria fresca che senza prendersi troppo sul serio sbeffeggia tutto il sanguinolento e bislacco splatter/horror visto negli ultimi anni, dove alla trama e alla tensione si è sostituito il semplice e superficiale effetto gore.

Craven invece gioca proprio sulla ripetitività e le variabili di uno schema narrativo ed estetico che prevede una partecipazione attiva dello spettatore, che sia esso fan della saga oppure semplice appassionato del genere. Citazionista, scatenato, spaventoso, capace di proporre piani di lettura non semplicistici ma al contrario stratificati, “Scream 4” è un compendio fantasioso e intelligente sulla storia del cinema horror, oltre che uno sguardo non banale sulla gioventù americana sempre più attratta dal sangue e dalla visibilità mediatica. Un ritorno in forma clamorosamente smagliante per il franchise, che ci fa ben sperare in un eventuale quinto capitolo.
La pellicola è distribuita da Moviemax
Per saperne di più
Guardate il trailer
Top Five: In occasione di Scream 4, ecco le telefonate più celebri della storia del cinema