
Ora dalla Svezia arriva anche Daniel Espinosa, regista dell'inedito in Italia “Snabba Cash”, che esordisce a Hollywood con “Safe House”, spy-story che con Bourne ha svariati punti in comune. Un agente onesto che finisce suo malgrado braccato dai colleghi CIA. Un complotto con tanto di agenti corrotti. L'ambientazione esotica. E poi tante scene ambientate nella base della CIA che si alternano alle sequenze d'azione da capogiro. La trama sta sul generico e basa tutto sul più classico dei MacGuffin: una microspia contenente la lista di tutti gli agenti corrotti del servizio segreto americano. La novità sta nel fatto che il chip se l'è iniettato sotto la pelle Tobin Frost (Denzel Washington), ex-spia ora uomo più ricercato del mondo per aver venduto ai nemici dell'America un sacco di segreti scottanti. Inseguito da chi vorrebbe la lista per sé, Frost è costretto a far coppia con l'agente CIA Matt Weston (Ryan Reynolds), che muore dalla voglia di provare il suo valore sul campo.

A funzionare è proprio l'interazione tra Reynolds e Washington, ma è soprattutto quest'ultimo a catturare lo spettatore con un antieroe che sicuramente non dice nulla di nuovo, ma con il quale l'attore pare divertirsi un mondo. A convincere meno è invece la regia di Espinosa, che vorrebbe evocare Greengrass ed essere cool, ma finisce col rendere tutte le scene d'inseguimento tremendamente confuse. Espinosa perde spesso il senso dello spazio, non si sa chi stia picchiando chi e chi insegua cosa e in quale direzione, e purtroppo il montaggio non aiuta. Ciononostante, “Safe House” resta un film onesto e godibile, senza pretese. Chi è in cerca del nuovo Bourne, farà meglio a guardare altrove.
“Safe House”, in uscita il 2 marzo, è distribuito in Italia da Universal. Per saperne di più, leggete la nostra intervista a Denzel Washington.