
Un altro che alterna cadute di stile a ottime idee, come quella del The Bay del 2012 e come quella che sembrava essere alla base di questa nuova prova, ispirata 'liberamente' al documentario del 2009 'Afghan Star' e dedicato a una delle stelle di quel film, Setara Hoseinzadah, la prima ad essere eliminata nel tentativo di 'fare la storia' del talent show Afgano. Allora si parlava di danza, oggi di canto. Ma la trasgressione alla legge e alle tradizioni locali è analoga e costituisce la base drammatica della farsa affidata al suddetto Murray, agente musicale sconclusionato perso in Afghanistan e costretto a sopravvivere, e - potendo - a guadagnarci.
Purtroppo il tentativo di evidenziare la condizione della donna in Medio Oriente non va oltre faziosi e condiscendenti (nei confronti del pubblico medio) stereotipi, e si accompagna a un atteggiamento di superiorità che stride, pur rispondendo alle necessità comiche del film. Meglio considerarlo insomma un buon palcoscenico per la splendida palestinese Leem Lubany (al primo film statunitense, dopo l'esordio in Belgio e il From A to B negli Emirati) che un ponte tra due mondi.

Come conferma anche la caratterizzazione dei personaggi, nettamente polarizzata tra uno stuolo di 'selvaggi', più o meno 'Buoni' e occidentalizzati, e un cast di attori poco convinti - e convincenti - come la puttana dal cuore d'oro Kate Hudson, l'artista maledetta Zooey Deschanel e il rude mercenario Bruce Willis. Evidentemente più a loro agio nel ruolo di apparizioni straordinarie o camei che in quelli cui dovrebbero dare vita e anima.
Rock the Kasbah, in sala dal 5 novembre, è distribuito da Eagle Pictures