"Un film per grandi e piccoli" lo definisce il regista, e forse è vero. Anche se - caso raro e quasi unico - il Pinocchio di Matteo Garrone sembra in ogni momento essere diretto specificatamente a solo uno dei due destinatari. Nell'equilibrio tra anime tanto diverse è evidente la capacità del regista di realizzare una versione unica e ricca di un classico fin troppo adattato. E senza farsi condizionare dalla preoccupazione di modernizzarlo, come visto altrove, con decorazioni pacchiane o forzature poco coerenti.
Qui la fedeltà al Collodi originale - e ai disegni di Enrico Mazzanti - è alla base di tutto, dichiaratamente. Come anche quella al mondo rurale che della favola del 1881 era il contesto, spesso tradito. In questo senso le splendide location scovate da Gennaro Aquino offrono una marcia in più al racconto, che finalmente ci regala un Paese dei Balocchi sincero e originale nel suo non cercare di esserlo. Un ritorno alla realtà che conferisce contorni fantastici a strumenti quotidiani e macchine agricole.
Una chiave di volta, e di lettura, che si dimostra quella vincente. Insieme alle riuscite alternanza e convivenza del piano umano e dell'incredibile bestiario immaginato dallo scrittore di Firenze. Il toccante Mangiafuoco di Proietti e il tanto atteso Geppetto di Benigni (capace di emozionare con soli gesti e sguardi, e qui a una delle sue prove migliori) sono una spanna sopra il gatto e la volpe di Ceccherini e Papaleo. E senza nulla togliere alla doppia fata turchina (prima Alida Baldari Calabria e poi Marine Vacth), nel cuore restano il giudice scimmia di Teco Celio, il tonno di Maurizio Lombardi, la lumaca di Maria Pia Timo e le tante figure di contorno che come non mai conquistano il palcoscenico.
La scelta di non insistere in maniera stucchevole sugli elementi più caratterizzanti - come il naso telescopico o le fasi della trasformazione in bambino - paradossalmente libera il protagonista e il suo sviluppo da cliché e distorsioni che in passato han distratto dal suo percorso di crescita. Questo comporta un Pinocchio forse meno 'magnetico' di altre volte, stanti responsabilità insite nel personaggio, ma capace con la sua parabola di comunicare di maggiormente al pubblico gli aspetti più pedagogici ed emotivi della fiaba, anche a quello di oggi.
Pinocchio, in sala dal 19 dicembre 2019, è distribuito da 01 Distribution.
Qui la fedeltà al Collodi originale - e ai disegni di Enrico Mazzanti - è alla base di tutto, dichiaratamente. Come anche quella al mondo rurale che della favola del 1881 era il contesto, spesso tradito. In questo senso le splendide location scovate da Gennaro Aquino offrono una marcia in più al racconto, che finalmente ci regala un Paese dei Balocchi sincero e originale nel suo non cercare di esserlo. Un ritorno alla realtà che conferisce contorni fantastici a strumenti quotidiani e macchine agricole.
Una chiave di volta, e di lettura, che si dimostra quella vincente. Insieme alle riuscite alternanza e convivenza del piano umano e dell'incredibile bestiario immaginato dallo scrittore di Firenze. Il toccante Mangiafuoco di Proietti e il tanto atteso Geppetto di Benigni (capace di emozionare con soli gesti e sguardi, e qui a una delle sue prove migliori) sono una spanna sopra il gatto e la volpe di Ceccherini e Papaleo. E senza nulla togliere alla doppia fata turchina (prima Alida Baldari Calabria e poi Marine Vacth), nel cuore restano il giudice scimmia di Teco Celio, il tonno di Maurizio Lombardi, la lumaca di Maria Pia Timo e le tante figure di contorno che come non mai conquistano il palcoscenico.
La scelta di non insistere in maniera stucchevole sugli elementi più caratterizzanti - come il naso telescopico o le fasi della trasformazione in bambino - paradossalmente libera il protagonista e il suo sviluppo da cliché e distorsioni che in passato han distratto dal suo percorso di crescita. Questo comporta un Pinocchio forse meno 'magnetico' di altre volte, stanti responsabilità insite nel personaggio, ma capace con la sua parabola di comunicare di maggiormente al pubblico gli aspetti più pedagogici ed emotivi della fiaba, anche a quello di oggi.
Pinocchio, in sala dal 19 dicembre 2019, è distribuito da 01 Distribution.