Non può essere un caso se quella che in molti già considerano come la migliore trasposizione cinematografica del capolavoro di Louisa May Alcott porti la firma di una regista come Greta Gerwig. A due anni da Lady Bird, la "quinta donna ad essere nominata come miglior regista agli Oscar" ci regala un Piccole Donne originale e rispettoso insieme, un omaggio affettuoso da una fan del libro alle generazioni di lettori che lo hanno amato, e continuano a farlo.
La storia è nota, ed è quella delle quattro sorelle March: Meg, Jo, Beth e Amy. La loro crescita, i problemi dovuti all'assenza del padre e alla mancanza di risorse economiche, i rapporti con la dura zia (qui una incredibile Meryl Streep) e con la famiglia Laurence, ma soprattutto lo sviluppo delle differenti personalità e le scelte conseguenti. Che nei decenni hanno fatto sì che tante ragazze - e non solo - si siano potute riconoscere nei personaggi creati 1868 e divenuti immortali.
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Un racconto tanto ricco e noto presentava delle sfide notevoli, che la trentaseienne cineasta ha affrontato con coraggio, dimostrando di poterle vincere. A modo suo. Intanto stravolgendo l'ordine lineare della narrazione, eppure ricavandone una matassa che via via vediamo districarsi avvolgendoci sempre più, e poi - come sceneggiatrice - dando delle diverse protagoniste (Emma Watson, Saoirse Ronan, Eliza Scanlen, Florence Pugh e la 'madre' Laura Dern) una immagine moderna capace di restare fedele al loro spirito originale e insieme di trasmetterlo, tradotto, al pubblico di oggi.
Le licenze, le lievi - eppure non impercettibili - modifiche apportate e l'aggiunta di una sorta di 'Making Of' parallelo rendono ancora più unica questa versione. Non la prima diretta da una donna (dopo quella di Gillian Armstrong del 1994 e la televisiva di Vanessa Caswill), ma decisamente la più riuscita. Nulla manca della sensibilità, dei furori, la passione, i dubbi, le frustrazioni e le istanze di queste icone della letteratura, secondo molti "femminista", secondo altri "revisionista". Una dicotomia che la Gerwig risolve a modo suo, concedendosi la necessaria libertà e sottolineando l'importanza dell'indipendenza economica nell'emancipazione femminile.
Il risultato è tale che sarebbe una sorpresa non ritrovare la regista alla notte degli Oscar, magari insieme a qualcuno degli attori di un cast davvero eccezionale e in stato di grazia, completato da Timothée Chalamet, James Norton, Bob Odenkirk, Louis Garrel, Chris Cooper e Tracy Letts. E da diventare un vero e proprio 'Instant Classic', con cui commuoversi, emozionarsi e riscoprire una storia che sulla carta non sarebbe sembrata nelle corde di una delle maggiori esponenti del cinema indie e mumblecore degli ultimi anni. A questo punto, davvero pronta a dimostrare di esser capace di tutto.
Piccole donne, in sala dal 9 gennaio 2020, è distribuito dalla Warner Bros. Italia.
La storia è nota, ed è quella delle quattro sorelle March: Meg, Jo, Beth e Amy. La loro crescita, i problemi dovuti all'assenza del padre e alla mancanza di risorse economiche, i rapporti con la dura zia (qui una incredibile Meryl Streep) e con la famiglia Laurence, ma soprattutto lo sviluppo delle differenti personalità e le scelte conseguenti. Che nei decenni hanno fatto sì che tante ragazze - e non solo - si siano potute riconoscere nei personaggi creati 1868 e divenuti immortali.
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Un racconto tanto ricco e noto presentava delle sfide notevoli, che la trentaseienne cineasta ha affrontato con coraggio, dimostrando di poterle vincere. A modo suo. Intanto stravolgendo l'ordine lineare della narrazione, eppure ricavandone una matassa che via via vediamo districarsi avvolgendoci sempre più, e poi - come sceneggiatrice - dando delle diverse protagoniste (Emma Watson, Saoirse Ronan, Eliza Scanlen, Florence Pugh e la 'madre' Laura Dern) una immagine moderna capace di restare fedele al loro spirito originale e insieme di trasmetterlo, tradotto, al pubblico di oggi.
Le licenze, le lievi - eppure non impercettibili - modifiche apportate e l'aggiunta di una sorta di 'Making Of' parallelo rendono ancora più unica questa versione. Non la prima diretta da una donna (dopo quella di Gillian Armstrong del 1994 e la televisiva di Vanessa Caswill), ma decisamente la più riuscita. Nulla manca della sensibilità, dei furori, la passione, i dubbi, le frustrazioni e le istanze di queste icone della letteratura, secondo molti "femminista", secondo altri "revisionista". Una dicotomia che la Gerwig risolve a modo suo, concedendosi la necessaria libertà e sottolineando l'importanza dell'indipendenza economica nell'emancipazione femminile.
Il risultato è tale che sarebbe una sorpresa non ritrovare la regista alla notte degli Oscar, magari insieme a qualcuno degli attori di un cast davvero eccezionale e in stato di grazia, completato da Timothée Chalamet, James Norton, Bob Odenkirk, Louis Garrel, Chris Cooper e Tracy Letts. E da diventare un vero e proprio 'Instant Classic', con cui commuoversi, emozionarsi e riscoprire una storia che sulla carta non sarebbe sembrata nelle corde di una delle maggiori esponenti del cinema indie e mumblecore degli ultimi anni. A questo punto, davvero pronta a dimostrare di esser capace di tutto.
Piccole donne, in sala dal 9 gennaio 2020, è distribuito dalla Warner Bros. Italia.