Ci sono imprese che anche solo osservate riescono a emozionare come se le si vivesse in prima persona. Si tiene il fiato sospeso nel seguire l'avanzata di un funambolo su una corda sospesa nel vuoto, per esempio, ed è una sensazione molto simile a quella che si prova nel vedere il Parasite di Bong Joon-ho che ha vinto la Palma d'Oro al 72esimo Festival di Cannes, sconfiggendo favoriti ben più accreditati del calibro di Pedro Almodovar.
Dopo Snowpiercer nel 2013, in molti si erano volti a guardare al regista coreano con più attenzione che in occasione dei suoi precedenti Memories of Murder e The Host (sorvolando sull'ultimo discusso Okja), ma questa sua ultima prova riesce a superare le precedenti. Per costruzione, cura delle inquadrature e nella regia di un'opera che riesce ad assemblare e sviluppare temi ricorrenti della tradizione coreana e orientale distribuendoli con incredibile ritmo nel corso di un crescendo dalle sfumature sempre più varie.
Per recuperare i film precedenti di Bong Joon-ho. Su Amazon edizioni da non perdere
Tutto nasce dal bisogno della famiglia Kim, indigente e costretta a vivere di sussidi, e dall'occasione presentatasi al loro intraprendente figlio maschio di entrare nelle grazie dei coniugi Park come insegnate privato a domicilio. E' l'inizio di una subdola invasione costruita su inquietanti menzogne e con subdola premeditazione, e che regala una catena di colpi di scena... non sempre impeccabili, ma decisamente funzionanti.
La carenza principale del film sta nella premessa, costruita su una furbesca dimenticanza a livello di sceneggiatura, ma in cambio di qualcosa di più di una semplice sospensione dell'incredulità al pubblico viene restituito uno dei migliori "crowd pleaser" visti in circolazione negli ultimi tempi. Una commedia nera nella quale il tono non fa che cambiare, alternando il thriller alla suspense, la violenza alla satira sociale. E che dubitare di quel che si è visto, una guerra tra poveri o un inno alla solidarietà?
A ognuno la scelta degli occhi con cui guardare questo spettacolo, ché ognuno sarà toccato diversamente dai diversi aspetti del collage. Ma negli annali resterà un premio che ci piace interpretare come riconoscimento alla carriera di un regista che alla viglia dei 50 anni promette di avere ancora molto da dire. E da svelare.
Parasite, in sala dal 7 novembre 2019, è distribuito in Italia da Academy Two.
Dopo Snowpiercer nel 2013, in molti si erano volti a guardare al regista coreano con più attenzione che in occasione dei suoi precedenti Memories of Murder e The Host (sorvolando sull'ultimo discusso Okja), ma questa sua ultima prova riesce a superare le precedenti. Per costruzione, cura delle inquadrature e nella regia di un'opera che riesce ad assemblare e sviluppare temi ricorrenti della tradizione coreana e orientale distribuendoli con incredibile ritmo nel corso di un crescendo dalle sfumature sempre più varie.
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