
Sicuramente non sono i primi uomini, probabilmente nemmeno gli ultimi vampiri, ma prima e sopra tutto questo sono due amanti, costretti da ovvie condizioni a una distanza superata con mezzi tecnologici moderni o di fortuna (tanto per caratterizzare ulteriormente i due personaggi) ma sempre indissolubilmente legati.
La storia, fondalmentalmente, è tutta qui. Che il collezionismo del musicista in isolamento a Detroit, ossessionato dall'evitare i vivi (che chiama zombi) e dal custodire gelosamente (quanto invano) la propria musica non è motore narrativo sufficiente; come non lo sono il pragmatismo della sua compagna o l'incontrollabilità della di lei giovane sorella (è sempre un piacere vedere Mia Wasikowska, qui nei panni di Ava).

Tutto ruota intorno a loro, in ambientazioni claustrofobiche e cupe, tutto concorre a tenere al centro della scena i due personaggi, e i due interpreti, senza preoccuparsi di molto altro. E senza che questa debba essere percepita come una critica.
Hiddleston e Swinton, infatti, danno vita alla visione di Jim Jarmush, alla sua ennesima storia di uomini e luoghi, presentandoci una coppia senza tempo, un amore diverso e universale insieme, ma soprattutto due vampiri come non se ne vedevano dai tempi di "Miriam si sveglia a mezzanotte"…
Il pallore di queste anime dannate e la rassegnazione a una condizione di dipendenza SONO il film, che sorprende a sprazzi con folate di humor, sommesso, caustico, e con una serie di piccoli ammiccamenti allo spettatore nascosti tra location, decorazioni e nomenclature… E che regala un momento di vita e di speranza proprio nel finale, grazie alla splendida 'Hal' di Yasmine Hamdan - chiave anche nello sviluppo della vicenda - e alla sospensione dell'ultima scena.
Solo gli amanti sopravvivono è distribuito nelle sale italiane da Movies Inspired.