
Tratto dal romanzo omonimo di Kazuo Ishiguro (quello di “Quel che resta del giorno”, tanto per citare un titolo a caso) edito in Italia da Einaudi, il film del videomaker Mark Romanek – che come film fiction ha diretto il dimenticabile “One Hour Photo” – mantiene lo spettatore con il fiato sospeso dall’inizio alla fine, contagiandolo con la malinconia elegiaca del racconto, il senso di ineluttabilità che pervade le vite dei protagonisti e la palese metafora di loro che rappresentano noi tutti. I tre giovani non sono nati, eppure esistono, non sono mai stati concepiti, desiderati, messi al mondo. Nessuno li ha mai considerati neppure mai davvero come esseri umani. E la sensazione che si parli dei destini nostri, non loro, è sempre presente durante la visione.

Fantascienza intelligente dunque, e molto sofisticata, come non se ne vedeva dai tempi di “Gattaca – La porta dell’universo”, nonostante i tre protagonisti tutt'altro che convincenti Carey Mulligan, Keira Knightley e Andrew Garfield. Il merito grandissimo è quello di aver decontestualizzato questo racconto, lasciandolo in uno stato amniotico che galleggia al di fuori del tempo. Siamo nel futuro, non ci sono molti dubbi su questo, eppure non c’è tecnologia, gli ospedali sono asettici, i luoghi, le abitazioni, i paesaggi, gli oggetti e i costumi sono di un gusto retrò senza tempo, i colori non sono mai definiti. Qualcosa, però, rimanda a un altrove, a delle pagine di un romanzo che senza dubbio aveva altro da dire, di più e meglio, andando più a fondo, sia con gli scavi che con le stoccate. Da scoprire per riflettere, per porsi domande, non necessariamente per darsi risposte.
"Non lasciarmi" è distribuito dalla 20th Century Fox
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