Il parallelo è semplice, immediato e a tratti rivoluzionario. Oggi l’incertezza del futuro di una giovane generazione è la stessa che potevano provare i ragazzi della Firenze del ‘300 minacciata dalla peste nera. Per questo, nonostante la decisione di girare in costume, Maraviglioso Boccaccio è un film pervaso dalla modernità. Non si avverte per esempio la distanza spazio-temporale e si ritrova piuttosto una visione del mondo moderna, che si snoda senza forzature. Non male per una coppia di registi che sarebbero anagraficamente considerati nella fase del tramonto della propria esistenza. Invece, nel film, sette donne e tre uomini, interpretati da dieci attori sconosciuti e supportati da un cast di professionisti, tra cui Riccardo Scamarcio, Paola Cortellesi, Jasmine Trinca, Kim Rossi Stuart, Kasia Smutniak, Carolina Crescentini, Vittoria Puccini e Lello Arena, danno corpo al senso di smarrimento esistenziale e alla sensualità penetrante di un’epoca, certamente più libertina della Firenze trecentesca, fino a penetrarne luoghi, discorsi e gesti.
Eppure, aldilà dell’analisi sociologica, la rivisitazione boccaccesca è anche un film estremamente poetico. Sì, perché anche negli anni duemila, l’antidoto all’angoscia e alla disgregazione sociale ha sempre lo stesso sapore. Quello intenso del sentimento, qui descritto in molteplici forme. Sensuale, amicale e carnale, esso sconfigge malinconie e paure con inesauribile forza visiva e morale. Comunque, nonostante il ritratto fin qui dispiegato della precarietà moderna, una certezza rimane. Ancora una volta i fratelli Taviani ci consegnano un film da esperti lettori e brillanti innovatori. Due narratori di sogni capaci di piegare alcune opere monumentali della Storia alle proprie esigenze narrative, senza stravolgerne la natura più intrinseca e autentica.
In uscita il 26 febbraio, Maraviglioso Boccaccio è distriguito da Teodora Film.