
Il protagonista è affiancato da Kirsten Dunst in questo dramma che, con l’andare avanti della storia, salta senza paura su altri generi cinematografici. Si parte con il sentimentale, nella fase dell’innamoramento dei protagonisti fino alla proposta di matrimonio; si passa al dramma sulla crisi di coppia, che scatta nel momento in cui la tanto voluta maternità viene cancellata; e si conclude con il thriller dalle punte horror, ed è qui che Ryan Gosling scatena il suo lato oscuro. Narrativamente prevedibile, il film coinvolge grazie alle interpretazioni dei due protagonisti, con una menzione speciale per la Dunst nei panni dell'angelo caduto: una donna che ogni uomo sogna e che, anno dopo anno, viene abbattuta dalla vita matrimoniale. E l’attrice ha interpretato il ruolo poco essere stata ricoverata per una crisi depressiva.
In quanto a Gosling, salutato da molti come nuova punta di diamante del cinema oltreoceano, qui è alle prese con un personaggio freddo che, a poco a poco, scende verso inferi che dalla mente passano al mondo reale: un giovane ribelle che volta le spalle alla sua famiglia di ricchi sfondati nel nome dell’amore. Ma quando si ha un padre gestapo, come quello interpretato da Frank Langella, c’è poco da fare, e la possibilità di una vita felice si allontana con la stessa velocità di un lampo.

Raccontando un arco di tempo che va dagli anni Settanta a oggi, “All Good Things” strizza l’occhio allo stile narrativo di Martin Scorsese, mettendo in scena un confronto parallelo tra grandi famiglie della upper class e della middle class e sconfinando in uno stile documentaristico. Niente sorprese eccezionali di trama, ma una potenza alimentata da solide performance dei protagonisti.
“All Good Things”, distribuito nei cinema americani alla fine del 2010, non è mai arrivato nei cinema italiani. La pellicola è disponibile in DVD sul mercato internazionale.
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