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L'ESORCISTA - VERSIONE INTEGRALE
L'ESORCISTA - VERSIONE INTEGRALE

20.04.2001 - Autore: Stefano Finesi
PROFILO CRITICO
Riedizione imperdibile di un classico che come pochi ha inciso nellimmaginario collettivo, diventando, ventisette anni fa, un fenomeno di botteghino e di costume. Friedkin, anche con il notevolissimo appoggio creativo di William Peter Blatty, realizza uno dei suoi film migliori, in cui è possibile ritrovare gli ingredienti fondamentali del suo cinema: la capacità innata di raccontare la violenza, lambiguità inquietante dei personaggi, un piglio documentaristico (derivatogli dagli esordi) che spesso produce un distacco tra lo spettatore e la storia narrata, accentuandone la crudezza. Loriginalità drammatica del film e il suo inesauribile potenziale orrorifico derivano essenzialmente dalla trovata di collocare il maligno nella cameretta di una ragazzina, collocarlo nel suo stesso corpo fino a deformarlo, ma mai al punto da non renderlo identificabile: il rapporto tra madre e figlia è enfatizzato dal regista allinizio proprio per permettere il capovolgimento di ciò che è familiare in qualcosa di terribilmente altro e realizzare nello spettatore una percezione disturbante ai massimi livelli.
Grazie alle figure di padre Karras e della madre, Chris, \"LEsorcista\" realizza poi unulteriore tensione drammatica caricandosi di possibili letture politiche e religiose: la classe di artisti radical chic che attornia Chris (non a caso si gira un film sulle contestazioni sessantottine), la sua vanità e il suo cinismo, sono il campo di discesa del demonio in una sorta di apocalisse moderna; così come il sacrificio di padre Karras, che raccoglie il male su di sé per liberarne unumanità sofferente, ha unevidente impronta cristologica. La calata del maligno assume dunque il valore di banco di prova per la riscoperta di una dimensione spirituale, per una redenzione che attraverso la mortificazione della carne riesce a mettere in luce lenergia che la sovrasta.