Presentato nella sezione Un Certain Regard di Cannes 64, “L'amore che resta” conferma comunque il talento del regista nel descrivere pensieri e sentimenti dei più giovani ed è l’ennesima prova che il filmmaker riesce con il suo stile unico a invadere di tenerezza temi seri e cupi, senza mai affogare nel miele.

Nel fare questo il regista viene aiutato da una coppia di attori composta da Mia Wasikowska (era l’Alice di Tim Burton) e Henry Hopper (il figlio del grande Dennis) in un romance che combina l’ironia nera alla “Six Feet Under” (con i protagonisti che si imbucano ai funerali), con tutti quei film romantici dove gli innamorati sono anche dei malcapitati…“Oh fortuna infame” direbbe il grande bardo. Non ci si impiega più di tanto, però, per capire che ci troviamo davanti a uno di quei film in cui “lui le insegnò ad amare, lei gli insegnò a vivere”.

Questo è il vero problema: “L'amore che resta” fallisce nello sviluppo della storia, quasi fosse una specie di "Autumn in New York" diretto da Van Sant. Rimane, dunque, uno dei suoi film minori, dal momento che il regista a tratti perde anche il senso del ritmo, accartocciandosi su una storia che conosciamo già.
La pellicola, in uscita il 7 ottobre, è distribuita dalla Warner Bros.
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