Il triste, inquietante caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, che per la sua struttura infinitesimale fatta di piccoli e grandi pezzi di incroci di potere e malaffare somiglia a un puzzle intricatissimo, prova a essere dipanata, forse è meglio dire raccontata, al grande pubblico del cinema. La verità sta in cielo del regista Roberto Faenza ricostruisce l’intera vicenda della scomparsa della quindicenne romana con accuratezza e pone nuove domande sulla base del libro di prossima uscita La verità sul caso Orlandi, scritto dal giornalista Vito Bruschini.
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Nel film oltre ai i veri protagonisti del caso che ancora rimane disperatamente irrisolto, i membri della famiglia Orlandi, la fidanzata del boss Renatino, Sabina Mainardi (Greta Scarano), lo stesso Renatino (Riccardo Scamarcio), viene introdotto un personaggio estraneo e fittizio alla storia, la giornalista inglese di origini italiane Maria (Maya Sansa). Si parte da qui, da quello che pensiamo sia il personaggio più debole del film per sottolineare come alcuni aspetti del lavoro di ricostruzione di Faenza, soprattutto per quel che riguarda la caratterizzazione dei personaggi, siano spesso lasciati ad un livello di narrazione quasi elementare.
É vero che l’intento qui è quasi didattico, e la chiarezza è una bussola importante nel fare luce su un caso intricato e nebuloso, ma spesso questo ammirevole intento sacrifica troppo alla pienezza dei personaggi e leva all’intero film tratti importanti di calore e pathos. Seppur accurato e dalla missione fortemente etica, cioè quella di riportare l’attenzione su un caso che è stato archiviato di recente, nel 2015, e sul quale il Vaticano non ha ancora desecretato importanti documenti di inchiesta, La verità sta in cielo risulta essere un film che ha più la dimensione didascalica della fiction rispetto a quella epica del grande cinema. L'indirizzo poco rischioso appare poi confermato anche dalla scelta di due attori, Scamarcio e Scarano, che hanno già gravitato intorno al tema del malaffare romano in Romanzo Criminale e Suburra, e quindi in grado di richiamare da soli nel pubblico un immaginario di riferimento ben preciso e affine al film.
Un lavoro fatto bene, interessante, ma che non si libra molto sopra i nostri cuori per intensità e maestria. Invece una nota di plauso va a Greta Scarano, che può essere invecchiata o agghindata a seconda delle esigenze di scena, ma ci regala sempre il ritratto più umano e di impatto, supera in questo persino Shel Shapiro, dell’intero film.
La verità sta in cielo in uscita il prossimo 6 ottobre è distributito da 01 Distribution.
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É vero che l’intento qui è quasi didattico, e la chiarezza è una bussola importante nel fare luce su un caso intricato e nebuloso, ma spesso questo ammirevole intento sacrifica troppo alla pienezza dei personaggi e leva all’intero film tratti importanti di calore e pathos. Seppur accurato e dalla missione fortemente etica, cioè quella di riportare l’attenzione su un caso che è stato archiviato di recente, nel 2015, e sul quale il Vaticano non ha ancora desecretato importanti documenti di inchiesta, La verità sta in cielo risulta essere un film che ha più la dimensione didascalica della fiction rispetto a quella epica del grande cinema. L'indirizzo poco rischioso appare poi confermato anche dalla scelta di due attori, Scamarcio e Scarano, che hanno già gravitato intorno al tema del malaffare romano in Romanzo Criminale e Suburra, e quindi in grado di richiamare da soli nel pubblico un immaginario di riferimento ben preciso e affine al film.
Un lavoro fatto bene, interessante, ma che non si libra molto sopra i nostri cuori per intensità e maestria. Invece una nota di plauso va a Greta Scarano, che può essere invecchiata o agghindata a seconda delle esigenze di scena, ma ci regala sempre il ritratto più umano e di impatto, supera in questo persino Shel Shapiro, dell’intero film.
La verità sta in cielo in uscita il prossimo 6 ottobre è distributito da 01 Distribution.