Se i veri protagonisti di “Non mi scaricare” erano Jason Segel e Mila Kunis, è innegabile che il personaggio che si è impresso maggiormente nella memoria collettiva è quello di Aldous Snow, l'eccentrica rock star interpretata da Russell Brand. Il regista Nicholas Stoller ha preso nota ed è tornato con uno spin-off da lui scritto e diretto, incentrato totalmente sulla figura di Aldous. Saggiamente, però, Brand non è stato promosso al rango di protagonista assoluto: come il Jack Sparrow di Johnny Depp, anche Snow funziona al meglio come spalla. Ed ecco che Stoller ha avuto il secondo colpo di genio: chiamare Jonah Hill per il ruolo del protagonista.
“In viaggio con una rock star” ha un titolo che si spiega da solo: meglio ancora se citiamo l'originale, “Get Him to the Greek” (“Portalo al Greek”). La storia ruota intorno ad Aaron Green (Hill), impiegato di una casa discografica che riceve l'incarico della vita: scortare il capriccioso e imprevedibile Aldous da Londra a Los Angeles, dove dovrà esibirsi in uno show commemorativo al Greek Theatre. La strada sarà ricca di distrazioni, sesso, droga e pericoli di ogni genere, e per il povero Aaron, colto nel bel mezzo di una crisi di coppia, sarà dura resistere al fascino dello stile di vita rock n' roll.
Stoller mette in piedi la sua commedia basandola su un'idea tanto semplice quanto funzionale: la contrapposizione tra Snow, “una delle ultime rock star”, e Aaron, colletto bianco facilmente manipolabile e, soprattutto, ben poco simpatico. E non è l'unico: il film è costellato di personaggi disgustosi, dal discografico interpretato da Sean “P. Diddy” Combs, al padre di Aldous (l'ottimo Colm Meaney), alla sua ex-ragazza, la pop star Jackie Q (Rose Byrne), nessuno si salva in questo caustico ritratto dello star system come di un mondo di viziati pazzoidi che hanno perso il contatto con la realtà. Ed è proprio grazie all'incontro con Aaron che Aldous torna almeno in parte con i piedi per terra e riesce a ricostruirsi una carriera.
Ma “In viaggio con una rock star” ha il pregio di non soffermarsi troppo sui facili sentimentalismi e sugli archi di maturazione da manuale, preferendo affondare i denti nella spazzatura: Aaron si ritrova coinvolto nelle situazioni più imbarazzanti, stomachevoli, umilianti, mentre abbondano battute a sfondo razziale (spesso pronunciate da un divertito P. Diddy) e volgarità assortite. Stoller non si fa mancare nulla e sopperisce in cattiveria alla mancanza del genio di Segel, che ha partecipato solo in qualità di compositore dei pezzi cantati da Aldous. Il regista riprende anche uno stilema tipico del Frat Pack (il gruppo di comici guidato da Ben Stiller), ovvero l'utilizzo di una sceneggiatura che si rifà ai – e allo stesso tempo mette alla berlina i – cliché hollywoodiani (vedere in questo senso “Palle al balzo”). Il gioco è già visto ma qui è ben dosato e non disturba.
“In viaggio con una rock star” è sicuramente inferiore a “Non mi scaricare”, ma una solida alternativa ai robot giganti in questo torrido inizio estate.
Il film sarà distribuito nelle nostre sale dalla Universal, a partire dall'8 luglio.
Per saperne di più:
Il trailer di Arturo, con Russell Brand
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In viaggio con una rock star - La recensione
Il regista di "Non mi scaricare" torna con uno spin-off interpretato da Russell Brand, nei panni dell'eccentrica e imprevedibile rock star Aldous Snow
07.07.2011 - Autore: Marco Triolo