La puntata è incentrata principalmente su Noah (Tyler James Williams), recente acquisto del gruppo che aveva fatto amicizia con Beth prima della sua scomparsa nello scorso episodio, e Tyreese (Chad Coleman). Insieme a loro, Rick, Michonne e Glenn si avventurano fino in Virginia per esplorare la comunità di Shirewilt Estates, dove Noah ha lasciato la madre e due fratelli gemelli. La speranza è quella di ritrovarli, assicurando allo stesso tempo al gruppo un rifugio sicuro dotato di cancelli e mura. Ma ovviamente niente va come previsto, altrimenti non staremmo parlando di The Walking Dead.

Un'opinione senza spoiler
Impossibile, per chiunque segua TWD dall'inizio, non commuoversi di fronte a questo episodio. Aver costruito personaggi così complessi e sfaccettati, che si tratti dei protagonisti classici o di una new entry come Noah, paga proprio in occasioni come questa. Quando Noah racconta di aver lasciato a Shirewilt Estates la sua famiglia e spera di ritrovarla sana e salva, lo speriamo tutti. Anche se sappiamo che le cose non andranno poi così bene, e questo ci fa soffrire ancora di più per lui. Incredibile come lo showrunner e sceneggiatore dell'episodio Scott M. Gimple sia riuscito a farci simpatizzare per un personaggio di contorno che abbiamo conosciuto da poco. Ed è splendido il modo in cui viene delineato il suo rapporto con Tyreese, che in questa puntata gli fa un po' da padre, riportando gli insegnamenti di suo padre. La regia è di Greg Nicotero, autore degli effetti speciali e produttore esecutivo della serie, che occasionalmente passa dietro la macchina da presa (con questo ha diretto otto episodi in tutto). Nicotero ha deciso stavolta di sperimentare maggiormente con il montaggio, aprendo la puntata con una serie di flash forward che assumono senso alla fine dell'episodio. Il finale è inoltre una lunga sequenza onirica che funge anche da chiusura del cerchio emotiva a buona parte della quarta e quinta stagione. Segue la recensione con pesanti SPOILER sull'episodio.

Un'opinione con spoiler (leggete solo se avete visto la puntata)
Impossibile non commuoversi, dicevamo. Perché la mid-season première di The Walking Dead riserva agli spettatori un duro colpo: la morte di Tyreese. Non è del tutto inaspettata: il Tyreese della serie non era un personaggio carismatico e importante come quello del fumetto, a lungo braccio destro di Rick. Eppure dispiace, perché Gimple e i suoi sceneggiatori erano riusciti a modellarlo in maniera interessante nelle ultime puntate: Tyreese era un gigante buono, con l'ovvia debolezza di non saper andare fino in fondo nell'affrontare la nuova e terribile realtà del mondo post-apocalittico. Eppure, a modo suo e con i suoi tempi, stava maturando. Prova ne è il rapporto con Noah, in cui faceva la parte del padre saggio: un'idea davvero intrigante che Gimple avrebbe potuto sviluppare nelle puntate seguenti, se non avesse deciso di eliminare Tyreese. Va detto che, comunque, la scena della sua morte è valsa il disturbo: una lunga sequenza onirica, dicevamo, in cui Tyreese rincontra alcuni dei personaggi morti di recente, Beth, le sorelline Lizzie e Mika, Bob e il Governatore. Il cameo di David Morrissey avrà strappato un sorriso ai fan anche in un momento così drammatico. La scomparsa di Tyreese continua inoltre una tradizione ben assodata nella mitologia di TWD e rappresenta, ancora una volta, la morte di un pezzo di umanità del gruppo.
Ora i nostri eroi hanno davanti un'altra impresa: raggiungere Washington per scoprire se nella capitale ci sia qualche speranza di sopravvivere. Si tratta ancora una volta di una trama che prende le distanze dal fumetto, e siamo curiosi di scoprire dove andrà a parare. E poi un cambio è necessario, perché Rick e i suoi stanno vagando ormai da due mezze stagioni: è ora che tornino a mettere radici.