
Una risonanza cosi ampia non poteva non creare una attesa molto specifica, che rispondesse forse piu' alle curiosita' derivate dalla cronaca vissuta a quelle prettamente filmiche. Le pur comprensibili scelte di comunicazione hanno ulteriormente avallato questo approccio, invece di specificare quanto questa fosse la trasposizione di una versione ben precisa della storia, quella del 'numero due' dell'organizzazione creata da Assange, Daniel Domscheit-Berg, interpretato sullo schermo da Daniel Bruhl.
Un dettaglio che purtroppo non e' possibile trascurare, soprattutto via via che si sviluppa la vicenda. Lo stridore di una sceneggiatura che vorrebbe assurgere a una maggior universalita', ma non riesce a colmare alcune lacune ed evidenti balzi narrativi, prosegue fino alla conclusione - parziale - della stessa, e lo stesso intreccio ne risente. Si cercano punti di contatto con la memoria recente, ma quel che serve e' una buona dose di condiscendenza, soprattutto nell'accettare le scelte fatte dal film, e dai due libri presi a riferimento ("Inside WikiLeaks. La mia esperienza al fianco di Julian Assange nel sito più pericoloso del mondo" di Daniel Domscheit-Berg e "Wikileaks. La battaglia di Julian Assange contro il segreto di stato" dei giornalisti del Guardian Luke Harding e David Leigh) prima di esso.

Inutile parlare di tensione (d'altronde non e' un thriller, e' vero, e il regista difficilmente avrebbe potuto aggiungervi mordente, anche non fosse stato Bill 'Breaking Dawn' Condon), ma l'impegno dei due - bravi quanto spaesati - Cumberbatch e Bruhl resta vanificato dal loro continuo spostarsi in una sequela di episodi scollegati e non contestualizzati. La classica occasione perduta, insomma, giocata tra la paranoia del protagonista e un cyber-complottismo molto generico che ha il suo apice 'cerchiobottista' nella replica dell'intervista ad Assange che conclude il film.
Il Quinto Potere e' distribuito in sala da 01 Distribution a partire dal 24 ottobre 2013.