
Presentato al Sundance e poi a Berlino e Roma, “I ragazzi stanno bene” ha ovunque riscosso sentiti applausi da parte sia del pubblico che dalla critica. I meriti stanno ovunque. Partiamo dalla sceneggiatura: si ride moltissimo e allo stesso tempo si assiste ad una bella riflessione sugli affetti e sui rapporti di coppia (splendido il monologo finale di Julianne Moore, adatto a qualsiasi tipo di amore), ben caratterizzati sono tutti i personaggi e credibili sono tutte le situazioni e le svolte narrative.

Sono tanti i film con personaggi omosessuali al centro di storie cinematografiche: “I ragazzi stanno bene” riesce a dire qualcosa di nuovo, senza calcare la mano o cercare apologie di quella che molti considerano “diversità”. Passiamo alla regia: tutto scorre fluido, il ritmo è sempre sostenuto e quando c'è bisogno di drammatizzare, ecco il virtuosismo (il rallenti a tavola con Annette Bening) che dimostra le grandi capacità di chi è dietro la macchina da presa.

Last, but not least, gli attori: da Julianne Moore a Annette Bening, da Mia Wasikowska (già Alice nell'omonimo film di Tim Burton) al sempre simpatico Josh Hutcherson, tutti danno il proprio, alto contributo, alla causa. Nota di merito a parte per Mark Ruffalo. Probabilmente il personaggio sarebbe stato ironico comunque, ma l'attore di origini italiane riesce ad aggiungere ad ogni suo dialogo una carica comica straordinaria. E' un vero piacere vederlo sullo schermo.
"I ragazzi stanno bene" è distribuito dalla Lucky Red
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