
A Hollywood si dice anche che la tua carriera è finita quando il tuo partner è un bambino o un animale, ma questo dipende anche dal talento dell'attore in questione. Gene Kelly ha continuato ad avere successo tutta la vita dopo avere ballato con il topo Jerry e Jim Carrey non si è certo formalizzato a dare il meglio di sé ed è soprattutto merito suo se "I pinguini di Mr. Popper" risulta essere una commedia per famiglie tutt'altro che banale, pur nel suo impianto classico e sperimentato.
Mr. Popper è un trader immobiliare d'incredibile successo, quello che non ha avuto nella vita privata, con un divorzio alle spalle e due figli che non si fidano minimamente di lui. Una situazione apparentemente irreversibile, finchè non arriva la notizia della morte del padre, esploratore assente nella vita del giovane Popper che gli lascia in eredità la chiave di un nuovo inizio: un pinguino, che per un classico equivoco diventano ben presto sei e che, naturalmente, faranno capire a Popper l'importanza della famiglia.
Nonostante l'impianto classico già visto molte volte, "I pinguini di Mr. Popper" ha un cinismo di fondo e una raffinatezza narrativa che lo differenziano notevolmente da altri prodotti di genere, merito della regia intelligente di Mark Waters, cineasta che ha al suo attivo un gioiello incompreso (da noi) come "Mean Girls", e della straordinaria performance di Carrey, che nei panni del tormentato cannibale di Manhattan alle prese con il suo passato offre un'interpretazione di un realismo impressionante.

Il messaggio finale è sempre lo stesso, e sta allo spettatore scoprirlo e interpretarlo a proprio piacimento, ma se avete dei cuccioli, umani, e una persona con cui li avete ordinati alla cicogna, andate al cinema tutti insieme. La pizza dopo la visione sarà più buona.
"I pinguini di Mr. Popper" è distribuito nelle sale dalla 20th Century Fox
Per saperne di più
Il trailer del film
L'intervista a Jim Carrey