
“Easy Girl” riesce dove tutte queste pellicole sono cadute: porta sullo schermo una gioventù fresca e varia, fuori dalle schematizzazioni e spoglia di giudizi altrui (nonostante il giudizio e la reputazione siano proprio al centro della vicenda). Oltre a battute e gag divertenti e un racconto decisamente sopra le righe, emerge il quadro di una generazione ancora tormentata, come quella di Hughes, piena di problemi e fissazioni, di schemi, di incertezze sul posto che deve occupare nel microcosmo della scuola, prototipo del mondo là fuori, a cui è meglio non pensare, non ancora. Le altre pellicole tralasciavano questo importante aspetto, oppure lo trattavano calcando troppo la mano sul dramma. “Easy Girl” invece recupera tutta la freschezza delle pellicole degli anni ’80, ne fa il suo punto di forza, e non si nasconde affatto, anzi ricrea e reinterpreta, elencandole, le scene cult del cinema di Hughes (Olive canta sotto la doccia come Ferris, desidera un fidanzato come quello di “Sixteen Candles”, parla direttamente guardando in macchina come i ragazzi di Hughes).

Il cast è pieno di giovani di talento, a cominciare da Emma Stone, che si applica una grossa A rossa sul pezzo citando “La lettera scarlatta” (“E se proprio non volete leggere il libro, almeno guardate il film originale, non quella roba con Demi Moore”, ripete di continuo rivolta ai teenager che la guardano dalla sala cinematografica) ed è sensualissima con il corpo e con la voce (da recuperare assolutamente la versione originale). E poi Penn Badgley, direttamente da “Gossip Girl” è il suo ragazzo dei sogni, ovviamente vicino-lontano; Amanda Bynes è l’odiosa puritana che predica la verginità e la religione. Due meravigliosi Stanley Tucci e Patricia Clarkson interpretano i genitori che tutti vorremmo aver avuto e sono semplicemente immensi, mentre Thomas Haden Church, Lisa Kudrow e Malcolm McDowell sono i professori, gli adulti, spesso più incasinati degli studenti che dovrebbero guidare.
“Easy Girl” è un piccolo gioiello, un film che ha un respiro ampio e più grande di lui, il cui più grande merito è non vergognarsi di gridare al mondo che John Hughes è stato un grande autore mai abbastanza celebrato, e che ci manca infinitamente.
La pellicola è distribuita sugli schermi dalla Sony Pictures
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Il trailer del film