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'Druids'

'Druids'

druids

03.04.2001 - Autore: Luca Persiani
Le truppe romane hanno invaso la Gallia. Il capo degli Averni, Celtill, rifiuta di sottomettersi e viene bruciato vivo in pubblico dal fratello, Gobannitio, e sotto gli occhi del figlio, il piccolo Vercingetorige. Da adulto (con il volto di Chirstopher Lambert), Vercingetorige viene educato dal druido Guttuart (Max Von Sydow) e iniziato al combattimento dalla druidessa Rhia. E pronto a vendicare il padre uccidendo Gobanitio, e a mettersi alla testa della cavalleria galla, ora agli ordini di Giulio Cesare (Klaus Maria Brandauer) che si appresta ad invadere l\'Inghilterra. Ma lassassinio di uno dei capi galli antiromani da parte di Cesare, fa aprire gli occhi a Vercingetorige sulle reali intenzioni degli occupanti. Così il condottiero gallo organizza un esercito per liberare il suo paese con laiuto di Guttuart, Rhia e della bella Epona (Inés Sastre).     Il commento Produzione franco-canadse (il titolo originale è Vercingétorix) di un certo impegno finanziario girata fra la Bulgaria e il Canada, diretta da Jacques Dorfman, produttore attivo dalla fine degli anni 60, e scritta fra gli altri dal Rospo Pallemberg (responsabile delle sceneggiature di classici del cinema fantasy come Excalibur, 1981 e La foresta di smeraldo, 1985), Druids è il tentativo di narrare con piglio epico e vagamente realista unepoca storica conosciuta al pubblico europeo soprattutto per le avventure del fumetto Asterix (in realtà ambientato poco dopo gli eventi del film). Ma Dorfman sembra ignorare tutto il cinema di guerra che va da Braveheart a Giovanna DArco a Il Gladiatore, cinema fisico e crudo fino ad essere disturbante, e mette in piedi la classica coproduzione internazionale, per giunta troppo lunga, che, come il cibo degli aerei, per accontentare tutti i gusti, non ha nessun sapore. In particolare raggiunge alti livelli di ridicolo involontario un Christopher Lambert nei panni di Vercingetorige, intrappolato in un arruffato parruccone e con un paio di bei baffi, trucco che non aiuta molto le sue già limitate possibilità attoriali. Max Von Sydow continua ad interpretare senza particolare intensità il ruolo di vecchio saggio, Klaus Maria Brandauer è un Cesare algido ma concreto e Inés Sastre ha un volto radioso ma decisamente poco interessante. In alcuni momenti il film rischia di cadere proprio nellautoparodia alla Asterix (per esempio un personaggio ad un certo punto pronuncia il classico motto lunica cosa di cui hanno paura i galli è che il cielo gli cada sulla testa) o nella messa in scena di ricostruzioni da parco di divertimenti americano, mentre nelle scene di battaglia una mano pochissimo ispirata muove comparse e armi quel tanto che serve a non far scadere il livello di tolleranza dellazione sotto i limiti della noia. Rimangono ad interessare alcuni particolari di contorno: labbastanza inedita sottolineatura di come le decisioni del protagonista vengano appoggiate e condizionate dalle due forti figure femminili (Rhia ed Epona), la controllata e valida interpretazione di Brandauer, il drammatico urlo finale del corno imbrattato di sangue che annuncia la disfatta dei galli.   In sintesi Tentativo non riuscito di creare unepica guerresca sulla storia dei Galli, goffo e lento nella messa in scena.   Il giudizio Legnoso e poco interessante.  
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