
Prima di tutto quello della metamorfosi. Jenny (Sara Serraiocco), è un’adolescente costretta dalle proprie vicende personali a cambiare molte cose. Prima la città, dal litorale romano alle montagne dell’Abruzzo, poi le prospettive, da una brillante carriera come nuotatrice di sincronizzata a cameriera di un hotel, infine il ruolo, da figlia accudita e protetta a donna responsabile della tenuta del nucleo domestico. In Cloro, però, la dimensione del cambiamento trova un proprio ritmo asciutto, intimo e delicato, che non percorre mai la facile strada del dramma esasperato aldilà di ogni ragionevole dubbio.

Piuttosto, alcune soluzioni visive originali, che riguardano specialmente il rapporto della protagonista con l’acqua clorificata della vasca, quasi un liquido embrionale dal quale dovrò presto separarsi, e l’uso degli spazi vitali, nei quali Jenny si insinua come un ospite poco ufficiale, sono gli elementi principali di un racconto lirico e mai noioso, che racconta con minimalismo intenso la complessità di un passaggio vitale così delicato. Cloro è insomma un film che convince con la narrazione dell’invisibile, senza che a pagarne il dazio sia il livello di attenzione dello spettatore.
Cloro è distribuito da Good Films.