
La premessa della storia era semplice quanto di grande effetto: una moglie, sospettosa che il marito la tradisca, assolda una giovane squillo per mettere alla prova la fedeltà del suo uomo. Quello cominciato dalla donna è un gioco che sarà difficile fermare. E il film parte molto bene, affidandosi ad un’altra ottima prova di Julianne Moore, la cui performance oscilla tra sofferenza e sensualità. Le tiene testa Amanda Seyfried nei panni della femme fatale di turno: una ragazza dal volto angelico che sa esattamente come usare le sue forme per far impazzire qualsiasi uomo. Chiude il triangolo Liam Neeson in un ruolo un po’ insolito rispetto al suo repertorio, una prova interessante nei panni di un marito che ama flirtare con le donne.

Per tutta la prima ora “Chloe - Tra seduzione e inganno” percorre la strada del dramma passionale ed Egoyan riesce a tenerne bene il ritmo, tirando in ballo anche dinamiche relazionali tra i protagonisti e il loro figlio, un adolescente problematico che vive le sue prime esperienze sessuali. A poco a poco, però, si ha la sensazione che presto quel dramma sfocerà nel thriller, cosa che purtroppo accade. E il film diventa presto una specie di parodia aggiornata di “Attrazione fatale”, col personaggio della Seyfried in versione Glenn Close lesbo.

Sembra quasi come se tutte le premesse dell’interessante storia messa in scena da Egoyan vengano gettate via, per aprire la strada ad una vicenda vista e rivista sulle ossessioni, con tanto di finale consolatorio e piccolo colpo di scena last minute. Per questo, “Chloe” è un’occasione mancata, una prova di coraggio fallita. Un film che si dimentica in fretta, ad esclusione della bella e intensa scena di sesso tra Julianne Moore e Amanda Seyfried, il cui erotismo trabocca fuori dallo schermo.
La pellicola è distribuita nei cinema dalla Eagle Pictures.
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