
Non che la prima impressione sia tanto lontana dalla realta', anzi; il film e' decisamente molto convenzionale nel suo rifarsi a stilemi e precedenti classici sul Viaggio nel tempo, ma la commistione con l'High School Movie gli conferisce freschezza e un carattere che per quanto non compensino le mancanze creative e strutturali non fanno rimpiangere il tempo speso a seguirlo.
Ovviamente tutto ruota intorno alla possibilita' di cambiare il futuro, piu' o meno volontariamente, e sull'impossibilita' di sfuggirne. Una sorta di Final Destination meno cruento che ha origine dal ritrovamento di una macchina del tempo bella e pronta (chi non ne ha una in cantina?) con la quale giocare a diventare ricchi - il che' spiega il titolo originale di Project Almanac e fa del nostro David un novello Beef (ricodate Ritorno al futuro, vero?) - e a ingarbugliare le linee temporali e narrative.

La confusione che ne deriva e' il gancio maggiore per il pubblico, pronto a tentare di sfidare il concetto di paradosso temporale, ma senza la pretesa o l'ambizione di risolverlo, quanto ad abbandonare la contesa in nome di un divertimento semplice e senza responsabilita'.
Ma sull'altare di ritmo e frenesia finiscono purtroppo l'equilibrio - che a fronte di una concentrazione di eventi, su piu' piani, si hanno momenti persino noiosi, come nell'insistita sezione relativa al concerto - e la coerenza di un film che piu' di altri avrebbe potuto accampare motivi validi per utilizzare la tecnica del 'found footage', se non fosse che (come quasi tutti finiscono per fare) non ne abusasse…
Benvenuti a ieri, in attesa di data di uscita in Italia, e' distribuito da Universal Pictures
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