
Sulla scia di moltissimo cinema che pone alle basi del proprio essere la fantascienza, anche questo esordio alla regia del documentarista Mike Cahill (da non confondere con il regista di “Alla scoperta di Charlie”) sfrutta un tema fondamentale: come agiremmo se avessimo una seconda possibilità, se potessimo rimediare agli errori del passato? Il tema alla base di “Another Earth” non è dunque nuovissimo: la sceneggiatura, scritta a quattro mani dal regista insieme alla protagonista Brit Marling, vuole però sfruttare al massimo le potenzialità drammatiche del soggetto, e costruisce una storia dalla linearità fluida e precisa, capace di elaborare con semplicità un’atmosfera abbastanza coinvolgente. Film “povero”, teso al realismo secondo un’idea di messa in scena molto scarna ma comunque ben curata, ha il notevole merito di tratteggiare con sincerità lo spaesamento di anime ferite, di persone che gli eventi hanno relegato ai margini della società. Nell’approcciarsi ad “Another Earth” dunque non si deve cercare la novità, quanto piuttosto la capacità di introspezione psicologica e la ricerca di poesia. Sotto questo punto di vista le musiche intimiste del gruppo newyorkese Fall On Your Sword aiutano moltissimo il progetto. Una parte considerevole della riuscita del film è anche dovuta alla bella prova dei due protagonisti, la pressoché sconosciuta Brit Marling e il caratterista William Mapother (per chi non lo sapesse, quest’ultimo è un cugino di Tom Cruise): la compostezza dolorosa delle loro interpretazioni permette di entrare in sintonia con i rispettivi personaggi, delineati con pudore e insieme profondità.

Accolto con molto fervore al Sundance Film Festival e prossimo partecipante a quello di Locarno, “Another Earth” merita la visione in quanto riflessione toccante sulla necessità di redenzione che pervade l’essere umano. Sfruttando la science-fiction nel modo più stilizzato e umanista, Cahill ha realizzato un melodramma capace di toccare corde nascoste e profonde.
"Another Earth", in uscita il 18 maggio, è distribuito dalla 20th Century Fox.
Per saperne di più:
I vincitori del Sundance Film Festival