Tutto questo accade in una cornice di dinamismo e credibilità, anche a livello di azione interna al film, mentre davanti agli occhi prende vita una storia classica di archetipi, vincite e conquiste.

Tutto calato in un ambiente molto reale tra Italia e Francia, dove il racconto tocca con realismo e con romanticismo mai troppo esasperato, molti aspetti sociali e personali dall'ampio raggio esistenziale. Soprattutto, il racconto fa di Elio Germano un bell’eroe moderno, imperfetto e fragile, al quale affiancare un personaggio femminile ugualmente al passo con i tempi per livello di approfondimento delle diverse sfumature piscologiche che compongono il carattere di Nadine.
Per ritornare invece agli interrogativi: amore è felicità, significano forse sicurezza economica, ambizione sociale o posizione di forza rispetto all’altro elemento della coppia? Le domande sono molte e le risposte, dopo questo continuo rocambolare dei protagonisti per sentieri che assolutamento non conoscono, si chiude con un bel finale degno di questo affresco viscerale e compiuto sulle molte sfumature del sentire contemporaneo.