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Un cancro da debellare

In Italia c'è un cancro da debellare: sono i "traduttori di titoli". Con la loro malagrazia violentano il film e deviano il pubblico.

Se mi lasci ti cancello

12.04.2007 - Autore: Giulia Villoresi
L\'eminente critico cinematografico Tullio Kezich aveva lanciato il sasso vent\'anni fa, quando chiese a Francois Truffaut se non si sentiva offeso dalla malagrazia con cui venivano tradotti in italiano i titoli dei suoi film. E in effetti, Truffaut, ne aveva ben donde. La polemica era cominciata con \"Domicile Conjugal\" che fu tradotto indiscriminatamente, sciaguratamente e senza alcuna giustificazione: \"Non drammatiziamo...è solo questione di corna\". Il commento è superfluo. Ma di fronte ad una simile volgarità non ci si può non interrogare. Ma lo fanno apposta? Prendiamo un altro film del maestro Truffaut, casus belli della polemica. \"Un belle fille comme moi\" (letteralmente \"Una bella figliola come me\"). Come pensate che sia stato tradotto? Ma è logico, non poteva che essere: \"Mica scema la ragazza!\". O ancora, \"La Peau Douce\" (La pelle dolce), tradotto barbaramente \"La calda amante\". Non capiscono, \"quelli lì\", che a tradurre un titolo in questa maniera si rischia di deviare il pubblico? Quelli lì. Come chiamarli altrimenti? Chi sono queste entità misteriose, questi fantasmi del cinema che tramano dietro le quinte traducendo fischi per fiaschi? Il titolo è il biglietto da visita del film, una parte integrante ed essenziale del processo artistico e creativo. Non lo si può devastare. Erano proprio i francesi, d\'altronde, che dicevano: \"traduir c\'est trahir\" ovvero \"tradurre è tradire\". Ma prendiamo il cinema americano. Il thriller soprattutto. Non avete la sensazione che i titoli di questo genere fortunato siano sempre, esattamente, gli stessi? \"Nella morsa del ragno\" (titolo originale \"Along Came a Spider\"), \"Nella tela dell\'assassino\" (titolo originale \"Twisted\"), o anche \"Fra le braccia dell\'assassino\" (titolo originale \"Daughters\"). E via dicendo. La formula è quella. Oppure, con una sfumatura più apocalittica, \"Crocevia per l\'inferno\" (Normal Life), \"Ascensore per l\'inferno\" (Angel Hearth), ma anche \"Crocevia per la morte\" (Miller\'s crossing) o piuttosto \"Trappola nella notte\" (Till the end of the night). Viene il dubbio che ci siano alcune parole chiave da assemblare. Morte, inferno, crocevia, ragno, tela, trappola, assassino. Peccato che queste parole non compaiano mai nel titolo originale. Forse è anche un po\' colpa nostra se i thriller americani ci sembrano tutti uguali. Ma vediamo le commedie. Abbiamo la serie dei periodi ipotetici: \"Se scappi ti sposo\" (Runaway Bride), \"Perdonami se mi ami\" (Because of you) ma anche \"Ritorna se mi ami\" (Flight Command) e \"Se mi arrabbio spacco tutto\" (They Call me Shmill). Emblematico è il caso di \"Se mi lasci ti cancello\", tradotto da un verso di Pope \" Etrnal sunshine of a spotless mind\". Barbaramente, ignorando il significato reale, hanno fatto sì che il nuovo film di Michael Gondry, regista sofisticato e visionario, sembrasse dall\'involucro una banale commedia da due soldi. Per la serie delle temporali c\'è \"Prima ti sposo poi ti rovino\" , \"Prima ti perdono poi t\'ammazzo\" e \"Prima ti suono poi ti sparo\". Originali no? Poi ci sono le liste, come ad esempio \"Bugie, baci, bambole e bastardi\", \"Pugni, pupe e pepite\", \"Lo sbirro, il boss e la bionda\". E molti altri. In Italia c\'è un cancro da debellare.  
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