Il film d'esordio della Sam Taylor-Johnson (o Taylor-Wood che dir si voglia) di Cinquanta sfumature di grigio fu uno shock. Positivo. Anche per lei, visto che sul set di Nowhere Boy si innamorò del più giovane Aaron Taylor-Johnson protagonista del film nei panni del John Lennon ante Beatles. Un personaggio che già lasciava ben presagire e che vale la pena ricordare riscoprendolo.
Il film. Immaginate l'infanzia di John Lennon... Liverpool 1955: un ragazzino di quindici anni furbo e ribelle, assetato di esperienza. In una famiglia piena di segreti , due donne si contendono il suo affetto: la severa zia Mimi, che ha cresciuto John, e Julia, la madre più permissiva . Nonostante aspiri ad avere una famiglia normale, John si rifugia nell'eccitante mondo del "rock'n'roll" dove il suo giovane talento incontra uno spirito affine nell'adolescente Paul McCartney. Non appena John sta per iniziare la sua nuova vita, avviene un evento tragico. Vincendo le avversità, il ragazzo riesce a trovare la sua voce - ed il mondo assisterà alla nascita esplosiva di una nuova icona.
Dietro le quinte. Inutile sottolineare che il titolo del film si riferisca alla celebre canzone dei Beatles (Nowhere Man); gruppo musicale che - nonostante la centralità e importanza - non è mai esplicitamente citato. Correttamente, per altro. Anche se l'ansia di fedeltà alla storia da parte della regista (per cui il Thomas Brodie-Sangster di Maze Runner dovette imparare a suonare il basso con la mancina come Paul) cedette alla 'licenza poetica' in più una occasione. Sicuramente in quelle che lo stesso 'baronetto' McCartney, suo amico, segnalò: che John non sarebbe mai salito in cima a un autobus a due piani, che sua zia Mimi Smith non era tanto dura come rappresentato e che la canzone 'In Spite of All the Danger' non venne scritta per la madre dell'artista...
Perché vederlo. Sembra incredibile oggi, dopo le lunga querelle legata alla sua partecipazione al progetto delle Cinquanta sfumature di grigio, che questo fosse solo l'Opera Prima della regista. Una esordiente dalla quale ci saremmo aspettati una carriera diversa e che ora è attesa dalla prossima prova di A Million Little Pieces (dal romanzo di James Frey adattato dall'amato Aaron). Mentre incrociamo le dita, però, cerchiamo di ricordarla così attenta, sensibile, equilibrata come fu qui, un film nel quale l'agiografia era dietro l'angolo e che seppe evitare enfasi e celebrazioni sterili, arrivando a cogliere talmente l'essenza del soggetto narrato da convincere un osso duro come Yoko Ono ("ne è rimasta entusiasta", dichiarò). Anche grazie all'interpretazione dell'uomo del quale si innamorò sul set, capace di incarnare "l’insolenza, la caparbietà, la tenacia, la sconsideratezza, il genio e la creatività" di una "personalità complessa e complicata" come quella di John.
Il film. Immaginate l'infanzia di John Lennon... Liverpool 1955: un ragazzino di quindici anni furbo e ribelle, assetato di esperienza. In una famiglia piena di segreti , due donne si contendono il suo affetto: la severa zia Mimi, che ha cresciuto John, e Julia, la madre più permissiva . Nonostante aspiri ad avere una famiglia normale, John si rifugia nell'eccitante mondo del "rock'n'roll" dove il suo giovane talento incontra uno spirito affine nell'adolescente Paul McCartney. Non appena John sta per iniziare la sua nuova vita, avviene un evento tragico. Vincendo le avversità, il ragazzo riesce a trovare la sua voce - ed il mondo assisterà alla nascita esplosiva di una nuova icona.
Dietro le quinte. Inutile sottolineare che il titolo del film si riferisca alla celebre canzone dei Beatles (Nowhere Man); gruppo musicale che - nonostante la centralità e importanza - non è mai esplicitamente citato. Correttamente, per altro. Anche se l'ansia di fedeltà alla storia da parte della regista (per cui il Thomas Brodie-Sangster di Maze Runner dovette imparare a suonare il basso con la mancina come Paul) cedette alla 'licenza poetica' in più una occasione. Sicuramente in quelle che lo stesso 'baronetto' McCartney, suo amico, segnalò: che John non sarebbe mai salito in cima a un autobus a due piani, che sua zia Mimi Smith non era tanto dura come rappresentato e che la canzone 'In Spite of All the Danger' non venne scritta per la madre dell'artista...
Perché vederlo. Sembra incredibile oggi, dopo le lunga querelle legata alla sua partecipazione al progetto delle Cinquanta sfumature di grigio, che questo fosse solo l'Opera Prima della regista. Una esordiente dalla quale ci saremmo aspettati una carriera diversa e che ora è attesa dalla prossima prova di A Million Little Pieces (dal romanzo di James Frey adattato dall'amato Aaron). Mentre incrociamo le dita, però, cerchiamo di ricordarla così attenta, sensibile, equilibrata come fu qui, un film nel quale l'agiografia era dietro l'angolo e che seppe evitare enfasi e celebrazioni sterili, arrivando a cogliere talmente l'essenza del soggetto narrato da convincere un osso duro come Yoko Ono ("ne è rimasta entusiasta", dichiarò). Anche grazie all'interpretazione dell'uomo del quale si innamorò sul set, capace di incarnare "l’insolenza, la caparbietà, la tenacia, la sconsideratezza, il genio e la creatività" di una "personalità complessa e complicata" come quella di John.
La scena da antologia. I momenti appena citati, le esibizioni con George, la scena in cui John si guarda nello specchio dopo aver chiesto a zia Mimi il suo certificato di nascita (permettendoci di intravedere una foto del vero Lennon) non 'valgono' quella - epica - del primo incontro tra Paul e John, inseparabili artefici della Storia della Musica.
I Premi. Non di primo piano, ma i riconoscimenti per il film arrivano numerosi. Soprattutto da festival minori come quelli di San Diego e Amburgo, che gratificarono la regista. Anche il suo compagno, Aaron Taylor-Johnson, venne considerato (dagli Empire Awards, come miglior emergente) e l'interpretazione di Anne-Marie Duff, scelta come migliore dal London Critics Circle, dagli Evening Standard British Film Awards e dai British Independent Film Awards.
Dove e quando. Alle 23.08 su rai 5, canale 23 del digitale terrestre e 13 della piattaforma satellitare TivùSat.