Come si può non vedere l'ultima opera di Sydney Pollack?! E l'unica volta in cui due attori come Nicole Kidman e Sean Penn condivisero il set? E pensare che solo dieci anni prima era stato lui a mandarle una lettera - come suo semplice fan - per supportarla dopo la mancata nomination per Da morire, mentre poi nel 2005 si ritrovò a 'sopportarla' durante le riprese di The Interpreter, intrigante thriller politico che probabilmente necessita più di una visione…
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Il film. Silvia Broome (Nicole Kidman), un'interprete che lavora per le Nazioni Unite, viene per caso a conoscenza di un complotto per assassinare il leader africano e presidente della Repubblica Democratica di Matobo, Edmond Zuwanie. Scoperta, diventa anche lei un bersaglio per gli assassini. Con l'aiuto dell'agente federale Tobin Keller (Sean Penn) deve cercare di bloccare il killer per evitare l'attentato e salvare se stessa..
Dietro le quinte. L'ultimo film di Sydney Pollack, che - poco convinto dallo script e dalle troppe riscritture - si convinse a girarlo soprattutto per la possibilità di lavorare all'interno del palazzo delle Nazioni Unite: fatto eccezionale, tanto che The Interpreter fu il primo film a ricevere questo onore. L'Assemblea Generale, il Consiglio di Sicurezza e molte sale e corridoi del complesso furono 'invasi' dalla troupe (che coinvolse anche molti membri dello staff ONU), ma durante i weekend, lavorando durante la settimana su delle copie ricostruite dei box dei traduttori. Altrettanto incredibilmente, venne consentito alla troupe di introdurre nel complesso dei coltelli, necessari per il loro lavoro. Quanto a Nicole Kidman, a tratti si interruppero le riprese per permetterle di girare scene addizionali di La donna perfetta e una pubblicità di Chanel, suscitando il pubblico fastidio di Sean Penn. Che proprio durante le riprese, invece, ricevette il suo primo Oscar, e proprio dalle mani della Kidman!
Perché vederlo. Il ritorno di Pollack alla regia, a sette anni dal thriller Destini incrociati, segna potentemente il film. Benedetta dalla mano di un maestro del genere, la storia mantiene un ritmo d'altri tempi offrendo un dramma a tratti rarefatto e stressante. Kidman e Penn danno quel tocco in più a un quasi spy molto anni '70, coadiuvati dagli immancabili momenti action e da una inquietante e sottile tendenza all'introspezione psicologica. Semplice, forse, ma algido nella sua essenzialità, ma breathtaking a più riprese, soprattutto con i protagonisti in scena (Catherine Keener inclusa).
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Il film. Silvia Broome (Nicole Kidman), un'interprete che lavora per le Nazioni Unite, viene per caso a conoscenza di un complotto per assassinare il leader africano e presidente della Repubblica Democratica di Matobo, Edmond Zuwanie. Scoperta, diventa anche lei un bersaglio per gli assassini. Con l'aiuto dell'agente federale Tobin Keller (Sean Penn) deve cercare di bloccare il killer per evitare l'attentato e salvare se stessa..
Dietro le quinte. L'ultimo film di Sydney Pollack, che - poco convinto dallo script e dalle troppe riscritture - si convinse a girarlo soprattutto per la possibilità di lavorare all'interno del palazzo delle Nazioni Unite: fatto eccezionale, tanto che The Interpreter fu il primo film a ricevere questo onore. L'Assemblea Generale, il Consiglio di Sicurezza e molte sale e corridoi del complesso furono 'invasi' dalla troupe (che coinvolse anche molti membri dello staff ONU), ma durante i weekend, lavorando durante la settimana su delle copie ricostruite dei box dei traduttori. Altrettanto incredibilmente, venne consentito alla troupe di introdurre nel complesso dei coltelli, necessari per il loro lavoro. Quanto a Nicole Kidman, a tratti si interruppero le riprese per permetterle di girare scene addizionali di La donna perfetta e una pubblicità di Chanel, suscitando il pubblico fastidio di Sean Penn. Che proprio durante le riprese, invece, ricevette il suo primo Oscar, e proprio dalle mani della Kidman!
Perché vederlo. Il ritorno di Pollack alla regia, a sette anni dal thriller Destini incrociati, segna potentemente il film. Benedetta dalla mano di un maestro del genere, la storia mantiene un ritmo d'altri tempi offrendo un dramma a tratti rarefatto e stressante. Kidman e Penn danno quel tocco in più a un quasi spy molto anni '70, coadiuvati dagli immancabili momenti action e da una inquietante e sottile tendenza all'introspezione psicologica. Semplice, forse, ma algido nella sua essenzialità, ma breathtaking a più riprese, soprattutto con i protagonisti in scena (Catherine Keener inclusa).
La scena da antologia. Il toccante confronto con Philippe, pronto ad ammettere di aver fatto qualcosa di terribile, e le tante interessanti sequenze che ci mostrano la protagonista alle prese con il proprio lavoro quotidiano, su tutte quella iniziale, con la scoperta dalla quale tutto ha origine, meriterebbero una segnalazione. Ma, certo, la tensione che si sprigiona dalla sequenza della lettura della citazione sulla voce umana e la forza della verità non ha eguali nel film.
Premi. Miglior film straniero per gli Huabiao Awards e ASCAP Award, ma soprattutto il Los Angeles Film Critics Association Award per la Miglior attrice non protagonista andato a Catherine Keener (che venne anche nominata dalla National Society of Film Critics).
Dove e quando. Alle 21.00 su Iris, canale 22 del digitale terrestre e 11 della piattaforma satellitare TivùSat.