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Sciuscia'
Santoro con "Sciuscià" (ogni martedì alle 22.50, Rai Due) tenta felicemente la strada del giornalismo d'inchiesta, già raro in Italia sulla carta stampata e quasi introvabile in televisione.

25.01.2001 - Autore: Stefano Finesi
La Rai di Carlo Freccero continua a puntare su uno svecchiamento della tv di stato che sta dando frutti inaspettati: accantonata almeno per ora la formula dellarena-dibattito schiamazzante, anche Santoro con Sciuscià (ogni martedì alle 22.50, Rai Due) tenta felicemente la strada del giornalismo dinchiesta, già raro in Italia sulla carta stampata e quasi introvabile in televisione. Dopo una puntata intitolata Tuttiricchi, in cui venivano messi a nudo vizi e lussi del jet-set in canonica trasferta in Costa Smeralda, la trasmissione esplode (in termini di ascolti, con oltre il 30% di share, e in termini di risonanza mediatica) con il servizio di Maria Cuffaro della scorsa settimana, dedicato al mondo della prostituzione: la giornalista non si accontenta delle solite interviste a volto coperto e scende lei stessa sul marciapiede, con tanto di microcamera nascosta addosso. Per due notti monitorizza sulla sua pelle (ovviamente solo fino ai tentativi di adescamento) il viavai di lucciole e clienti, con laiuto e la guida di una professionista del settore di nome Dorotea: quello che però ha scatenato più polemiche, soprattutto da parte cattolica, sono in realtà proprio le lezioni di sesso che lesperta Dorotea offre alla Cuffaro prima di portarla in strada, mimando e raccontando i segreti del mestiere senza troppi peli sulla lingua e senza lasciare nellarmadio un bel fallo di gomma per gli esempi pratici. Le scene hard non erano previste, spiega la giornalista. Dorotea ha evidentemente voluto sfidarmi. Vuoi fare la giornalista brava? Vuoi veramente capire? Ecco, questo è quello che succede. Ti faccio mettere i piedi nel fango, carina. Vediamo se reggi.
La provocazione comunque fa centro e gli ascolti volano, anche perché alla scabrosità del soggetto si accompagna una confezione del servizio altamente professionale, mai gratuita o indulgente, che si conferma una marca distintiva del programma.
Stesso discorso per la puntata del 23 gennaio, Bugiardi, curata da Riccardo Iacona e costruita per lo più con materiale raccolto a suo tempo sul caso scottante di Luis Marsiglia. La storia del professore di religione ebreo, dalla condizione di vittima di unaggressione neonazista a quella di bugiardo sprovvisto di diploma in fuga per lUruguay, diventa la cartina di tornasole per rivelare le sacche di intolleranza che ancora agitano una città come Verona: nazi-skin, nostalgici di Salò, politici leghisti, ma anche semplici ragazzotti appena usciti dalla discoteca, ostentano un antisemitismo che mette i brividi e buca uno schermo abituato alla glassa del politicamente corretto. Iacona racconta tutto coinvolgendo lo spettatore ma senza blandirlo né cercando effetti facili o schieramenti scontati. Ancora una volta (ne avremo la riprova con la prossima puntata, dedicata allannosa questione del ponte sullo stretto di Messina) è la nuda realtà mostrata nella sua drammaticità a costituire di per sé la maggiore fonte di interesse e a legittimarne la registrazione. Forse leredità di un titolo come Sciuscià non è stata raccolta invano.