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Sarò il tuo giudice
Franco Castellano torna in Tv nel ruolo del commissario Maida, il protagonista del film Tv diretto da Gianluigi Calderone e coprodotto da Rai Fiction e la Palomar di Sergio Silva, il "papà" della Piovra. In onda lunedì 10 e martedì 11 dicembre in prima serata.

12.04.2007 - Autore: Adele de Gennaro
In attesa di ritrovarlo nel sequel di Commesse, la miniserie che gli dato unimprovvisa e meritata popolarità, Franco Castellano torna in Tv come protagonista di un film in due parti, Sarò il tuo giudice, in onda lunedì 10 e martedì 11 su Raiuno in prima serata. Diretto dal bravo Gianluigi Calderone e interpretato da un valido cast che include tra gli altri Agnese Nano, Paolo Romano, Ugo Dighero, Tiziana Lodato, Loris Loddi, Sebastiano Lo Monaco e Simona Cavallari, il Tv movie segna anche il ritorno su Raiuno di una produzione firmata da Sergio Silva, il papà de \"La Piovra\".
La storia, scritta da Alessandro Sermoneta, sembrerebbe in teoria uguale a tante altre: il solito triangolo, due uomini e una donna, e linevitabile lotta senza quartiere tra la polizia e una cosca mafiosa. Classici ed abusati elementi da fiction, ma in questo caso regista e sceneggiatore sono stati convincenti a rimescolare le carte per imprimere un marchio di originalità. La vicenda, infatti, non è ambientata in Sicilia o a Napoli, da sempre location privilegiate per raccontare storie di criminalità ma a Taranto: è qui che vivono i protagonisti della storia, il commissario Fabio Maida (Franco Castellano), sua moglie Anna (Agnese Nano) e Davide Costa (Paolo Romano), un esperto elettronico della polizia legato a Maida da una vecchia amicizia. Quando il commissario viene trasferito a Taranto, Davide lo segue e i due si ritrovano uniti a combattere una cosca calabrese guidata dal boss Vincenzo Manzari (Sebastiano Lo Monaco) che vuole creare in città una base per il traffico di droga. Per Manzari, infatti, il grande porto di Taranto è lo snodo ideale per il trasporto della droga al Nord. Nel capoluogo jonico cè già una guerra di mafia in corso ma lomicidio di Biagio Potenza, un onesto imprenditore che ha tentato di opporsi alle infiltrazioni della cosca, indurisce lo scontro tra il boss della ndrangheta ed il commissario Maida. Una guerra su cui si allunga, pericolosa, lombra della sfida personale del conflitto etico e per il commissario la cattura di Manzari diventa una vera ossessione tanto da incrinare pericolosamente i rapporti affettivi con la sua famiglia. Anna, infatti, sempre più sola, tradisce il marito proprio con Davide, lamico di sempre, ma il commissario non è in grado di intuire nulla, in testa ha soltanto il clan di Manzari e neanche la morte del piccolo Matteo, il suo unico figlio, riesce a fermare Maida da quella che appare sempre di più come una sfida personale...
La lotta tra il bene e il male, dunque, al centro di una storia che per la prima volta viene ambientata in una città pugliese. A spiegarci i motivi della scelta è Sermoneta. Questo film si sarebbe potuto chiamare anche Linfezione -spiega lo sceneggiatore- perché a noi interessava la possibilità della mafia di infiltrarsi in una città di frontiera come Taranto. Lidea è nata leggendo un articolo sullalleanza tra le varie cosche mafiose, da qui il desiderio di raccontare lespansione della criminalità organizzata in una città diversa dal solito..Aggiunge Calderoni: Sinceramente non capisco perché questa città non sia mai stata sfruttata prima. Taranto è di una bellezza e cinematograficità eccezionali, insospettabili per una città meridionale. E poi cèmateriale visivo in abbondanza, qualsiasi posto è perfetto per la macchina da presa. Quanto alle scene dazione, non saranno una fotocopia dei film USA come ci conferma Franco Castellano. Siamo stati molto attenti dice lattore che ritroveremo in Perlasca a non americanizzare nulla. Parlando con un vero commissario mi ha confessato che dopo tanti anni di lavoro si perde la speranza. Ecco, questo è un film che vuole insegnare a non perdere le speranze. Tutti soddisfatti, infine, per il clima respirato sul set, da Castellano (Calderoni è davvero un grande regista, non a caso ho lavorato con lui 5 volte) a Simona Cavallari, tornata in Tv dopo una lunga pausa. Ero un po stanca di interpretare sempre la brava ragazza, la vittima della situazione. Finalmente sono in un film dove il mio personaggio agisce, è lucido e si vendica.