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Saga di mafia in tv
Veronica Pivetti e Massimo Popolizio nel tv movie diretto da Claudio Bonivento in onda il 18 e 19 aprile. Nel cast anche Tony Sperandeo (David di Donatello come miglior attore non protagonista ne "I cento passi") e Claudio Amendola.

12.04.2007 - Autore: Adele de Gennaro
Si conclude con Lattentatuni di Claudio Bonivento la trilogia di fiction sulla mafia targate Rai che, dopo Donne di mafia e Brancaccio, propone ora un tv movie in due parti, in onda il 18 e 19 aprile su Raidue alle 20,50, per ricordare la strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giuseppe Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta. Un ennesimo capitolo insanguinato della cronaca degli anni 90 che, grazie ad un incessante lavoro di indagine della Dia (Direzione investigativa antimafia) si concluse con lidentificazione e larresto degli uomini di Cosa Nostra responsabili della strage.
La Rai dice così addio alla Piovra - lo ha confermato ufficialmente il direttore di Rai Fiction Stefano Munafò - scegliendo di puntare su storie maggiormente aderenti alla cronaca, film che privilegiano un taglio di inchiesta giornalistica e non azioni spettacolari scopiazzate dallAmerica. Non a caso Rai e Mediaset propongono fiction sempre più spesso ispirate alla cronaca o a libri firmati da giornalisti: anche il film di Claudio Bonivento, prodotto da Rai Fiction e realizzato da Edwige Fenech per Immagine e Cinema è tratto da un instant-book, Lattentatuni - Storia di sbirri e di mafiosi, scritto dai giornalisti Giovanni Bianconi e Gaetano Savatteri. Una ricostruzione veritiera della minuziosa indagine condotta da un pugno di investigatori della Dia a cui si sono liberamente ispirati gli autori della sceneggiatura, Andrea Purgatori e Jim Carrington. Ma perchè questo film su Raidue? Perchè non si uccida una seconda volta - risponde il direttore Carlo Freccero - e soprattutto non si uccida la memoria. Dal 92 al 96 cè stata una piccola rivoluzione nella lotta alla mafia e la Dia, anche senza la presenza mediatica di altri personaggi, ha dato un contributo enorme, il loro è stato un progetto di vita. Il film è unopera studiata nel dettaglio e la regia sottolinea spesso con primi piani i volti dei ragazzi della Dia. Cè alle spalle una tensione stilistica per riattivare la memoria, che in questi anni è stata data in gestione solo a Paolo Limiti. Questa volta è memoria storica e Lattentatuni mette davvero i puntini sulle i. Nel film - interpretato da Veronica Pivetti, Massimo Popolizio (straordinario attore teatrale approdato solo ora alla tv), Tony Sperandeo, Claudio Amendola e, tra gli altri, da Nini Salerno, Paolo Bonanni, Francesco Paolo Lo Giudice e Mimmo Mancini - i protagonisti hanno ovviamente altri nomi e ai personaggi reali sono stati aggiunti anche altri puramente di fantasia. Una precauzione adottata per aggirare eventuali problemi legali, ritardi di produzione e altri ostacoli che avrebbero ritardato la realizzazione del film. Non è nostra intenzione - rassicura Munafò - né strumentalizzare questi episodi di cronaca né diffamare la Sicilia. Sono convinto che i siciliani abbiano capito le nostra finalità, infatti gli ascolti più alti delle ultime fiction Donne di mafia e Brancaccio sono stati proprio in Sicilia, dove abbiamo raggiunto il 49% di share. Per il regista Claudio Bonivento, già produttore di film importanti come Mary per sempre, Ragazzi fuori e La scorta solo per citare alcuni titoli, gli ascolti non sono affatto un problema. Abbiamo cercato soprattutto di rappresentare la stessa sobrietà del libro - dichiara Bonivento - una sobrietà che ci siamo sforzati di mantenere anche nella sceneggiatura, nella regia e nella recitazione. Ringrazio moltissimo anche la Rai e la Dia per la loro collaborazione e se avremo successo lo divideremo con loro. Anche Andrea Purgatori evidenzia il ruolo della Rai in questo progetto. Capita molto raramente - afferma lo sceneggiatore - di avere grande libertà nello scrivere una storia come questa senza avere sulle spalle il peso del fare ascolto a tutti i costi. Siamo stati davvero sostenuti dal servizio pubblico che ha creduto molto in noi, lasciandoci completamente liberi di raccontare questa vicenda. Girato fra agosto e ottobre dello scorso anno a Palermo, Lattentatuni (nel gergo dei mafiosi significa grande attentato) inizia dalla tragica data del 23 maggio 1992, quando una montagna di tritolo piazzata dal clan dei corleonesi a Capaci fa saltare in aria il giudice Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta. Il questore Cardine (Claudio Amendola), da poco alla guida della Dia, una nuova struttura operativa interforze, riesce ad avere da un pentito due nomi che potrebbero portarlo al commando di Capaci: Nino Noè (Tony Sperandeo) e Gino Guarnera (Antonio Pennarella). Daccordo con il procuratore Borsellino, Cardine forma una squadra di pochi uomini affidandola a due dei suoi collaboratori più esperti, Angelo Branca (Massimo Popolizio) e Anna Granata (Veronica Pivetti). Spetta a loro organizzare la caccia agli assassini di Falcone e, insieme ai sei ragazzi della squadra, si trasferiscono in Sicilia dove con turni di lavoro massacranti, tra pedinamenti, intercettazioni telefoniche e riunioni notturne, riescono a penetrare allinterno delluniverso mafioso. Gli investigatori della Dia arrivano ad individuare i nascondigli di Noè e Guarnera ma i due, dopo pochi giorni, svaniscono nel nulla. Una sconfitta che, ad ogni modo, viene ricompensata dalla cattura del boss dei boss, Totò Ferro: la partita fra Stato e mafia è appena iniziata....
Un film ben fatto, asciutto e senza cadute retoriche, dove la regia impone agli attori un rigore espressivo in linea con la scelta stilistica impressa da Bonivento.
In attesa di tornare su Raiuno con Commesse 2, prodotto sempre dalla Fenech, Veronica Pivetti commenta: Sono molto felice di essermi staccata dalla commedia con un ruolo diametralmente opposto. Spero di essere riuscita a dare credibilità al mio personaggio, è stata una parte molto impegnativa ed ho toccato corde espressive che finora non avevo mai usato. Va sottolineata inoltre la scelta di Popolizio (attore prediletto da Luca Ronconi), arrivato sul piccolo schermo alla soglia dei 40 anni. Una scelta che rivela la profonda attenzione di Bonivento nei confronti di interpreti di qualità. Questo film - osserva polemicamente il regista - ha portato alla ribalta molti bravissimi attori spesso sottovalutati . Oggi sono privilegiati altri personaggi, presentatori o soubrette straniere, che tolgono spazio agli altri attori italiani migliori di loro. Permettemi un appello: abbiamo degli attori straordinari, è inutile ricorrere ai divetti televisivi. In questo modo non si va da nessuna parte.