Un Politics - Tutto è politica che inizia in apnea perché orfano della partecipazione del leader a 5 stelle Luigi Di Maio e che poi trova invece la sua vena più riuscita da wachtdog del potere sul finale dell’esordio televisivo. Il conduttore Gianluca Semprini alla guida del talk politico di Rai 3 porta a termine l’impresa di trasferire in Rai quello che l’esperienza in Sky gli ha parzialmente insegnato. Ovvero come dare ritmo alla conduzione, portare avanti l’impostazione frenetica da all news nel dire più cose nel minor tempo e in ultimo ostentare quell’atteggiamento posturale e professionale che permette al conduttore di mettere sotto torchio e senza sconti chi la politica la fa davvero.
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E sulle reti generaliste si era sentita a lungo la mancanza di qualcuno che riuscisse a non trasformare il momento dell’approfondimento politico in un megafono propagandistico a favore di ideologia. Certo, nel debutto di Politics l’assenza di Di Maio costringe lo show a una partenza lenta, logorroica, onanistica e fortemente basata sul commento del commento nella totale mancanza di notizia. Ma nonostante questo è chiaro fin da subito che con Politics non siamo di fronte a un dopo-Ballarò; e qui la transizione tra vecchio e nuovo non è tutt'ora in corso.
Il talk che si auto-annunciava come prodotto diversamente divulgativo misura la carica della propria innovazione sulla capacità del format di smettere di essere poltrona accogliente per i politici e lasciare finalmente che in studio si eserciti il tanto invocato spirito contraddittorio. In maniera timida forse; ma qui possiamo concedere allo show la tipica indulgenza del debutto. Quindi, saltando a piedi pari una prima parte tradizionale dove i servizi di inchiesta non brillano per sagacia – ha senso cavalcare ancora il filone del disagio dal basso, del vox populi che empatizza con il malumore degli elettori ma poco di più ci dice sulle responsabilità del potere con la P maiuscola - ? Gianluca Semprini viene messo nella posizione di potere e volere incalzare l’ospite di turno.
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Perché il conduttore possiede il mezzo del timer e perché sotto le sue grinfie passano finalmente ex ministri come Giulio Tremonti e ministri attuali, Maurizio Martina Ministro per le politiche agricole. Persino il bellissimo servizio sul terremoto, testimonianza composta del dolore di chi ha perso tutto, si conclude con una intervista al sindaco di Amatrice che non ignora le presunte responsabilità dell’amministrazione locale in alcuni tragici crolli.
Per il futuro di Politics è quindi importante che Semprini continui a trovare il modo e il coraggio di incalzare i poteri forti chiudendoli in un angolo dove non dispongono più dell’exit strategy delle lungaggini verbali. E infine si dovrebbe fare in modo che la politica collabori attivamente in questo processo. Sottoponendosi cioè senza restrizioni al giudizio dell’arena pubblica orchestrata dal bravo giornalista e rispondendo direttamente al pubblico degli elettori senza avere più nulla da nascondere.
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Per il futuro di Politics è quindi importante che Semprini continui a trovare il modo e il coraggio di incalzare i poteri forti chiudendoli in un angolo dove non dispongono più dell’exit strategy delle lungaggini verbali. E infine si dovrebbe fare in modo che la politica collabori attivamente in questo processo. Sottoponendosi cioè senza restrizioni al giudizio dell’arena pubblica orchestrata dal bravo giornalista e rispondendo direttamente al pubblico degli elettori senza avere più nulla da nascondere.