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Parlano i protagonisti

Per comprendere meglio i motivi alla base del successo di "Distretto di polizia", non ci resta che ascoltare il parere di alcuni degli attori protagonisti.

Il sequestro Soffiantini

19.05.2009 - Autore: Adele de Gennaro
Per comprendere meglio i motivi alla base del successo di Distretto di polizia, non ci resta che ascoltare il parere di alcuni degli attori protagonisti. Daniela Morozzi (interpreta Vittoria Guerra, la biondina dalla battuta sempre pronta) dice: Va detto che Valsecchi ha scelto di lavorare con attori non patinati, inoltre le storie sono molto realistiche, senza forzature. Secondo me Distretto ci ha reso tutti non visibili ma credibili, che è molto più difficile. Un altro punto di forza della storia è senzaltro il realismo dei dialoghi, molto naturali e con poche, se non nulle, concessioni alla retorica. Allinizio non sentivamo molto il complesso della fiction afferma Giorgio Tirabassi, alias ispettore Roberto Ardenzi - ecco perché siamo stati contenti dellarrivo di Isabella Ferrari, che ha rotto lo stereotipo del commissario maschile. Prosegue lattore: Per noi limportante era rendere agili i dialoghi, evitando le ripetizioni e le battute replicate decine di volte. In questo, per quanto riguarda almeno il mio ruolo, è stata di grande aiuto Carlotta Natoli, nel ruolo di mia moglie. Già dalla prima serie, comunque, cè stata una grande collaborazione con tutti, dagli attori agli operatori, unautentica esperienza di stimolo e di crescita. Ognuno di noi, ormai, ha il personaggio dentro, quindi è tutto molto più facile.   Tirabassi, che fra un ciak e laltro ha girato anche il suo primo cortometraggio, Non dire gatto, vincitore di ben 14 premi, non nasconde il suo entusiasmo in vista della terza serie, ma aggiunge Siamo tutti molto contenti di tornare sul set, forse anche un po stanchi: chissà, lo chiameremo Distrutto di polizia\". Nel viavai di personaggi vecchi e nuovi, quel che è certo è che mancherà Carlotta Natoli, che nel serial era Angela la moglie di Ardenzi. Alla fine della seconda serie labbiamo vista cadere da una terrazza, una morte violenta che ha decisamente spiazzato il pubblico. Allinizio avevo paura di fare una serie lunga - dice la Natoli ed ero quasi spaventata. Avendo lidea di partire con qualcosa di coraggioso, abbiamo anche fatto scelte rischiose che a volte pagano e a volte no. Far morire un personaggio positivo è in fondo una scelta molto coraggiosa: simbolicamente abbiamo sconvolto il pubblico. A spiegare i motivi di questa scelta è lo stesso produttore: Abbiamo scelto di far morire Angela conclude Valsecchi non certo per avere più audience, ma perché la vita è fatta di questi momenti. Essendo una serie altamente realistica, avevamo bisogno noi stessi di un cazzotto nello stomaco. E lhappy end, per questa volta, è riservato solo allAuditel.    
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