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Paolo Borsellino

'Paolo Borsellino' è un film per ricordare, per capire, per riflettere. Molte le scene toccanti, ma senza retorica. Per raccontare la storia di un uomo che non si è mai sentito eroe, una vicenda attuale in un mondo in cui si fà sempre più labile il confine tra giustizia e ingiustizia.

Giorgio Tirabassi

12.04.2007 - Autore: Rossana Cacace
Nell’imperversare dei reality show che vogliono e spesso riescono a soddisfare le esigenze di sadismo e voyerismo che pur fanno parte del complesso animo umano, la televisione italiana ha riservato uno spazio a film e miniserie che parlano di personaggi che costruiscono o hanno costruito la storia. Dal filone dei ‘santi’, a quella degli eroi della storia antica fino a figure della contemporaneità.   Lunedi 8 e martedi 9 novembre alle 21 su Canale5, un film documento intitolato semplicemente Paolo Borsellino racconta 15 anni della sua vita, con equilibrio, con rispetto, con sobrietà e con il volto di Giorgio Tirabassi.   Paolo Borsellino è stato un magistrato in quella terra ‘disgraziata e bellissima’ che è la Sicilia, dove ha cercato di combattere la mafia e l’indifferenza. Ma soprattutto è stato un uomo, con i suoi sentimenti. Non solo la paura, legata al delicato mestiere che ha deciso di intraprendere, ma anche la tenerezza di padre, l’amore per la moglie, l’amicizia, il senso di lealtà. Nella sobria lettera scritta dal figlio Manfredi, commissario di polizia, dopo aver visto la pellicola in anteprima, si parla di umanità e di un padre che non ha mai vissuto le sue vicende con rassegnazione.   In una conferenza stampa in cui si respira commozione, il protagonista Giorgio Tirabassi dice: ‘la sfida più grande è stata non fare un film strappalacrime. Era facilissimo cadere nella retorica. Persino i tecnici sempre un po’ cinici si sono lasciati catturare dalla particolare atmosfera. In qualità di romani o torinesi non è facile andare in Sicilia e raccontare i siciliani, la mafia, Falcone, Borsellino.’ Anche per questo, al di là dei personaggi principali, sono stati scelti attori e comparse siciliani. Bravissimo come sempre Ennio Fantastichini nei panni di Giovanni Falcone, poi Ida Carrara nel ruolo di Maria Borsellino e tutti gli altri.   Dal canto suo il regista Tavarelli ha spiegato che Borsellino può insegnare tante cose al di là di come si combatte la mafia e per questo il suo non è un film sulla polizia ma sulle persone. Nella scenografia sono stati inseriti vari episodi raccontati dai parenti dei protagonisti reali, tra tutti il fratello di Catalano (capo della scorta di Borsellino). Molto incisivo, poi, l’inserimento di pezzi di filmati reali, per ricordare che quello che avviene nella fiction è tutto rigorosamente vero.   Prepariamoci a vedere un film sul coraggio, che non sta solo nel fatto di rischiare la propria vita ma nella consapevolezza che un giorno, prima o poi, verrai assassinato. Come sottolinea Tavarelli ‘forse Falcone non si aspettava di essere ucciso ma quella di Borsellino è una storia di straziante consapevolezza’.  
FILM E PERSONE