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Michael Jackson, l'uomo che non c'è
Impossibile non provare pena per un uomo che sta scomparendo. La pelle che sembra di plastica (e in effetti lo è), come una patina pronta a cadere, come uno strato a fatica incollato. La forma assolutamente improbabile della punta di un naso che un tempo appartenne a un ragazzo nero.

12.04.2007 - Autore: Matteo Nucci
Quando sui giornali di tutto il mondo ha cominciato a circolare una foto che ne metteva ben in mostra il naso, forse tutti hanno definitivamente cominciato a provare pena. Eppure non era facile. Arrivare a commiserare un uomo che ha avuto tutto come Michael Jackson in un mondo in cui il desiderio di sostituirsi alle star è dominante sembra assurdo. Che siano vere o no le interpretazioni più oscure dellanimo umano poco importa. Detti e riflessioni si sprecano. Dallhobbesiano homo homini lupus alla visione tragica secondo cui lInvidia troneggia e determina il destino, dai detti popolari come mal comune mezzo gaudio a quelli più eruditi e non meno prosaici come mors tua vita mea. Ma che abbia ragione o no chi non vede nella filantropia il lato dominante dellessere umano poco importa davvero. Di fronte al naso cascante di Michael Jackson linvidia, il disprezzo o lodio si sono improvvisamente tramutati in pena.
Pena per un uomo che sta scomparendo fisicamente. Impossibile non provarla. La pelle che sembra di plastica (e in effetti lo è), come una patina pronta a cadere, come uno strato a fatica incollato. La forma assolutamente improbabile della punta di un naso che un tempo appartenne a un ragazzo nero, non un naso strano, semplicemente un naso che non esiste in natura - uno spillo potrebbe reggere come analogia? - un naso per il quale forse una persona normale ricorrerebbe giustamente alla chirurgia plastica. Ma quante ne ha fatte Jacko di chirurgie plastiche, proprio per ridurlo così, quel naso che non cè più? Bianco come un uomo bianco dopo una terribile influenza, emaciato, magro fin quasi a dissolversi, Michael Jackson è sempre più unombra.
Pensare al bambino nero che cantava con gli strepitosi fratelli nei lontani anni 70 o pensare al ragazzo che si divincolava tra gli zombie di quel fantastico video con cui uscì il capolavoro Thriller nei primi 80 è come pensare a un grande artista purtroppo prematuramente scomparso. Quellartista se ne è andato via da un pezzo e neppure luomo è rimasto. Per qualche tempo, dallo scandalo di natura pedofila del 93, è stato denigrato, accusato, colpevolizzato quellessere che si aggirava coperto di veli, guanti, occhiali, cappelli, maschere pur di non respirare aria. Ma chi cera sotto? Un uomo affetto da parafilia? Un essere perseguitato dalla rupofobia? Un fobico torturato da disturbi ossessivo compulsivi mai curato e terrorizzato dallo sporco e dallossigeno inquinato? Chi cera lì sotto?
Il pubblico mondiale ha giudicato un essere dal sesso indistinguibile che faceva svolazzare dal terrazzo presunti figli. Ma non cera più acredine, né invidia, né cattiveria. Mentre Pete Townshend viene giudicato per una carta di credito che gli avrebbe dato accesso a un sito pedofilo, non si riesce a odiare un uomo che confessa tranquillamente di andare a dormire con i bambini. Perché la pena ha prevalso. Cera un grande artista ora scomparso. E forse cera anche un uomo. Adesso questuomo non cè più. Ma per chi provare pena, allora?