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Metropolis
Lo aspettavamo da 5 anni. Finalmente dal 21 giugno è nelle sale italiane. Si tratta di uno dei più ambiziosi film d'animazione giapponesi degli ultimi anni, tratto dal manga del maestro Osamu Tezuka e diretto da Rin Taro.

19.05.2009 - Autore: Francesca Camerino
Lo aspettavamo da 5 anni. Finalmente dal 21 giugno è nelle sale italiane. Si tratta di uno dei più ambiziosi film d'animazione giapponesi degli ultimi anni, "Metropolis", tratto dal manga del maestro Osamu Tezuka e diretto da Rin Taro sotto l'influenza di action e sci fi movies americani e francesi. Riecheggia, per tematica, l'affascinante "Metropolis" di Fritz Lang e il travolgente "Blade Runner" di Ridley Scott.
Il film rivive decisamente del pensiero di Tezuka accompagnato da una colonna sonora straordinaria ed efficace. Fondamentale è l'utilizzo della musica jazz per caratterizzare i sentimenti dei personaggi.
Ad esempio la partenza del brano "I can't stop loving you" di Ray Charles esprime l'amore di Kenichi nei confronti di Tima. Mentre quello che prova la bambina-androide nello stesso momento è espresso dall'attacco della canzone "There'll never be good bye". Sono brani che danno speranza in vista di un futuro nel quale sia possibile la coesistenza pacifica tra androidi ed esseri viventi che è poi il tema centrale della storia.
I primi attori a muoversi sul palcoscenico di Metropolis sono il detective giapponese Shunsaku Ban e suo nipote Kenichi. Lo zio potrebbe sembrare piuttosto goffo lontano anni luce dai giochi di potere e dagli intrighi della mega città stato. E' gentile , bonario, affettuoso con il nipotino ma all'occorrenza si mostrerà un vero e serio professionista.
Kenichi protagonista della storia, accanto a l'angelico e bianco androide Tima, è sensibile, altruista e nei momenti difficili è sempre in prima linea a difendere i più deboli.
Tima è un androide dalle sembianze di bambina poco più grande di Kenichi ed anche un congegno molto raffinato destinato a divenire una divinità sovrana. Nelle prime sequenze sembra incapace di comunicare ma con l'aiuto del suo amico Kenichi riuscirà a proferire parola, prima fra tutte il suo nome. Il suo terrore continuo è che qualcuno le possa dire che non è un essere umano ma un robot. Inizierà a comprendere quella che lei pensa siano i suoi simili(gli esseri umani), si affezionerà a loro ma una volta collegata con la rete informatica di Metropolis non sarà più quella che noi e Kenichi conoscevamo. Diviene grande e onnipotente. Ma l'amicizia di Kenichi riuscirà a contrastarla senza riuscire però a salvarla.
Pero è il robot dal viso verde assegnato ai due investigatori per aiutarli nelle indagini. Sembra tutto tranne che un robot per la razionalità, la calma, il senso del dovere prettamente umani che lo accompagneranno fino alla sua eliminazione. E' un'altra vittima della storia come Tima.