NOTIZIE

L'intricato caso Luttazzi

Arriva oltreoceano la polemica sul "caso Luttazzi". Davvero tante battute sono copiate?

Daniele Luttazzi

22.06.2010 - Autore: Francesco Benincasa
Una questione maledettamente complicata, che si è ormai trasformata in un caso internazionale. Spulciando i blog d’oltreoceano, infatti, non è difficile imbattersi in commenti e reazioni alla polemica generatasi negli ultimi tempi qui da noi sulle battute, originali o meno, di Daniele Luttazzi, attaccato da più parti – dalla stampa italiana così come da orde di fan, o ex fan, in rete, con umori variabili dal deluso all’inferocito – ed accusato più o meno velatamente di aver plagiato trovate comiche di artisti del passato, traendone un indebito vantaggio.

Si arriva addirittura (è il caso di Xeni Jardin su BoingBoing.net) ad invocare l’intervento di una fantomatica agenzia investigativa per risolvere l’intricato caso, un’agenzia che, facendo il verso alla reale Interpol, non potrebbe che avere come nome quello di Inter-LOL, trattandosi di argomento comico (per i meno addentro al linguaggio della rete, l’espressione LOL è l’acronimo dell’inglese “Laughing Out Loud”, ovvero, tradotto in maniera letterale, “ridendo rumorosamente”). Come molti già sapranno, Daniele Luttazzi viene accusato di aver fatto ridere con battute di altri comici, i cui nomi rispondono tra gli altri a quelli di Bill Hicks, Dan Savage, Emo Philips, Lewis Black, Robert Schimmel, Jerry Seinfeld, Jay Leno, George Carlin, David Letterman, Lenny Bruce e molti altri, e in rete si trovano dettagliate indicazioni e parecchi confronti tra gli originali e le “copie” attribuite a Luttazzi.

Lui, dal canto suo, pur sollecitato (come successo con qualcuno ben più potente di lui nel recente passato) a rispondere alle ormai famose dieci domande (questa volta proposte dall’Unità) per fare luce sull’accaduto, si limita a rispondere dal suo blog e attraverso un’intervista rilasciata a Ferruccio Sansa su Il Fatto Quotidiano, e alla domanda sull’essere un “copione” ammette: “È vero, lo dico da anni, e lo faccio apposta, per motivi precisi. Non ho mai nascosto nulla”. Fine della storia e ammissione di colpa? Nemmeno per sogno. Luttazzi infatti continua: “Nessuna battuta di quelle che cito è plagio, sia perché invito a scoprirle (non è plagio se è dichiarato, è un gioco intellettuale), sia perché si tratta di calchi o di riscritture con variazioni e aggiunte, procedimenti legittimi. Buona parte del repertorio di David Letterman, ad esempio, si fonda su calchi di vecchie battute di Johnny Carson, aggiornate alla bisogna. E l’aggiornamento di una battuta generica (calco) è già un potenziamento, amplificato dall’inevitabile allusione al precedente. È l’arte del comico”.

Ora, chiunque abbia un po’ di esperienza in campo musicale (ma il discorso potrebbe allargarsi senza difficoltà anche alle altre discipline artistiche) sa bene come sia tutt’altro che raro incontrare citazioni e richiami al lavoro altrui in moltissime composizioni, tanto che in questo caso particolare si è deciso di fissare una misura precisa oltre la quale si finisce per incorrere nell’accusa di plagio. Molte fortune sono state costruite nel tempo proprio richiamando ed adattando alla situazione specifica (gusti del pubblico, moda musicale del momento) famosissimi lavori del passato. Gli esempi sono molteplici, e di sicuro più di qualcuno sarà presente sotto forma di compact disc (o di file audio) nella libreria musicale di ogni lettore di questo articolo. Il problema semmai sorge quando a monte non sia fatto alcun tipo di lavoro, e la riproposizione avvenga senza l’autorizzazione dell’autore originale.

Quello che appare sicuro è che la vicenda non pare essersi chiusa qui, sotto molti punti di vista, e non rimane che attendere ulteriori sviluppi. Quel che invece pare essere certo è che il genio è qualcosa di estremamente raro - ammesso che esista davvero - e che tutte le volte in cui ci si sbilancia attribuendo a questo o a quello tale appellativo, si rischia di incorrere in grosse delusioni, quando non si abbia la fortuna di rimanere illusi.
FILM E PERSONE